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Tra Mac e Macba la Fondazione Mapfre

Roberta Bosco

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Dopo più di dieci anni accarezzando il sogno di aprire uno spazio nella capitale catalana, la Fundación Mapfre ce l’ha fatta, complici anche i problemi fiscali di Liliana Godia, che ha dovuto chiudere il museo dove esponeva la collezione di famiglia, la Fundación Francisco Godia.

«Non potevamo lasciarci scappare uno spazio in pieno centro perfettamente allestito per accogliere opere d’arte», assicura Pablo Jiménez Burillo, direttore dell’Area Cultura della Fundación Mapfre, riferendosi all’edificio modernista della Banca Garriga Nogués, opera dell’architetto Enric Sagnier (nella foto in apertura), ristrutturato da Jordi Garcés (autore anche delle successive ristrutturazioni del Museo Picasso) per accogliere la Fundación Godia, che ha chiuso i battenti lo scorso aprile.

La nuova sede, che si somma alle due di Madrid, è stata inaugurata con la mostra «El triunfo del color. De Van Gogh a Matisse, Colecciones del Museo d’Orsay» (8 ottobre-2 gennaio 2016). Con questa mostra il nuovo centro si colloca nel sistema artistico cittadino tra il Mnac (Museo Nacional de Arte de Cataluña) e il Macba (Museo de Arte Contemporaneo de Barcelona), così come a Madrid si è inserito idealmente tra il Prado e il Reina Sofía.

«Il nostro programma come la nostra collezione vanno dalla fine del XIX secolo alla metà del secolo scorso. Lavoriamo anche con artisti vivi, ma solo nell’ambito della fotografia», spiega Jiménez, che dedicherà la seconda mostra al fotografo Hiroshi Sugimoto. Il direttore prevede di organizzare quattro mostre annuali e di dedicare al centro un budget intorno ai 4 milioni. Per il momento l’entrata è gratuita, anche se i musei pubblici, che proprio per questo accusano le fondazioni di concorrenza sleale, stanno già facendo pressioni.

Dalla sua creazione nel 1988, la Fundación Mapfre ha organizzato 515 mostre che sono state visitate da 13 milioni di persone. Possiede inoltre un’importante collezione di 1.670 opere originali su carta a partire dalle avanguardie storiche e di una raccolta di 762 fotografie dagli anni ’50 a oggi.

 

Roberta Bosco, 02 novembre 2015 | © Riproduzione riservata

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