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Tirana amata e tiranna

Un’antologica di Adrian Paci

Una personale di Adrian Paci intitolata «The Guardians», a cura di Gabi Scardi, con cui s’inaugura il nuovo progetto di arte contemporanea avviato dai Chiostri di Sant’Eustorgio, invade tutti gli spazi del complesso, coinvolgendo il Cimitero Paleocristiano, il Museo Diocesano e la splendida Cappella Portinari.
 
Nella mostra, realizzata con la galleria kaufmann repetto e aperta sino al 25 giugno, scorrono fotografie, video, sculture, mosaici, pertinenti a periodi diversi di una ricerca complessa come quella di Paci, così riassunta dalla curatrice: «Motivi per lui centrali sono il viaggio, l’attraversamento, l’attesa, che è innanzitutto attesa di futuro, e il rapporto con il luogo e il tempo dell’origine, che non sono tanto dimensioni alle quali tornare, quanto riferimenti profondi da portare con sé e da valorizzare».


Nato nel 1969 in Albania ma milanese dal 1997, Paci esplora la contemporaneità attraverso la propria esperienza di migrante, in fuga da un Paese allora al collasso, trasferendola tuttavia in una dimensione universale, grazie alla densità simbolica delle sue immagini, frutto anche della conoscenza della storia dell’arte. Il dittico fotografico «The Line» mostra una fila di persone in attesa di un aereo che non c’è; il recente video «My Song in your Kitchen» crea uno spazio di relazione nell’asettica cucina di una mensa, dove però i presenti cantano insieme, e nella scultura-autoritratto «Home to go» il viandante Paci, vestito soltanto di un perizoma come Cristo, porta sulle spalle il tetto di una casa.


Nel Cimitero Paleocristiano vanno in scena lavori dedicati alla dittatura che governò lungamente l’Albania, mentre nel Museo Diocesano è allestito il video «Rasha», con il volto e la voce di una donna palestinese giunta in Italia grazie ai corridoi umanitari. Nella Cappella Portinari, infine, fra gli affreschi di Vincenzo Foppa, prende corpo il video-ritratto di «Klodi», persona sradicata, in fuga perenne verso l’ignoto.

Ada Masoero, 08 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

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Tirana amata e tiranna | Ada Masoero

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