Tessuti tirati a cera

Sergi Barnils nella galleria torinese Eventinove e nella milanese Marco Rossi

Un particolare dell'opera «Blanquina»  di Sergi Barnils 2016
Anna Maria Colombo |

Torino e Milano. In certe sacrestie discoste, nelle Alpi o in remoti borghi marini, dove gli arredi sacri barocchi non sono andati del tutto dispersi, capita a volte di osservare paramenti sacri confezionati con un tipo di tessuto il cui decoro si deve alla sovrapposizione, secondo il disegno stabilito, di un sottile strato di cera. A vederlo, con il suo gioco di lucido e opaco, lo si direbbe un damasco. Certo, perché la cera, modificando la superficie tessile, ne muta anche il tono di colore.

Ho ricordato questi antichi tessuti al fine di creare un retroterra tecnico alle più recenti opere dell’artista catalano Sergi Barnils (1954) visibili nella galleria torinese Eventinove, via della Rocca 36, sino al 15 giugno. La cera, nell’insieme delle opere di Barnils, ha un posto privilegiato. Le sue realizzazioni più tipiche, infatti, si presentano come grandi pannelli di questo materiale, incisi con un
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© Riproduzione riservata Immagine d’insieme dell’opera «Blanquina»  di Sergi Barnils 2016
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