Superdirettori e supermostre

Vincent Van Gogh, «La spiaggia di Scheveningen», 1882
Graziella Melania Geraci |

Napoli. Da un anno a questa parte è indubbia la forte presenza mediatica dei neo superdirettori della Riforma Franceschini e dei musei da loro guidati. Mai come ora si parla di loro, delle loro mostre, dei laboratori didattici, dei loro orari di lavoro e di qualsiasi cosa li riguardi.
Il primato spetta forse all’infaticabile Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta, che ha appena firmato un accordo di collaborazione quadriennale a San Pietroburgo con il direttore generale dell’Ermitage, Michail Pitrovskij. La cooperazione prevede scambi, partnership nei
restauri, realizzazione di convegni, ma anche mostre su alcune possibili tematiche comuni come la pittura di paesaggio, la produzione contemporanea e le corti imperiali.

Non è da meno il direttore di Capodimonte, Sylvain Bellenger, tra una polemica con Vittorio Sgarbi e la ricerca di rilancio del museo napoletano. Oggi a Capodimonte si è
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© Riproduzione riservata Vincent van Gogh, «Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nuenen», del 1884
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