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«For Alan n.1 (Cristea)» (2014) di Howard Hodgkin (particolare), edizione di 30 esemplari. Cortesia Cristea Roberts Gallery

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«For Alan n.1 (Cristea)» (2014) di Howard Hodgkin (particolare), edizione di 30 esemplari. Cortesia Cristea Roberts Gallery

Spazi specializzati in multipli

Non sempre le opere uniche sono più significative: lavori in edizione limitata rappresentano un aspetto fondamentale della produzione di alcuni artisti e da anni alcune gallerie gli dedicano attenzione esclusiva

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Giorgio Guglielmino

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Ogni artista, accanto ai lavori unici, crea anche edizioni e cioè opere riprodotte in una certa quantità limitata, firmate e identificate da una numerazione progressiva. Analogamente, ogni galleria d’arte al mondo vende edizioni numerate dei creativi rappresentati. Vi sono però alcuni autori che hanno dedicato una speciale attenzione alle edizioni e alle loro svariate tecniche (acquaforte, litografia, serigrafia ecc.) tanto da divenire una parte imprescindibile all’interno della loro ricerca. Vi sono poi (pochi) operatori che si sono specializzati proprio nella vendita di questi lavori, offrendo al collezionista opere a prezzi decisamente inferiori rispetto alle produzioni uniche.

Parlando di edizioni non si può non partire dalla galleria fondata da Jörg Schellmann di Monaco di Baviera che dal 1969 insieme a Bernd Klüser, (che successivamente si staccò per aprire nel 1978 il proprio spazio, la Galerie Klüser) ha iniziato a pubblicare edizioni d’arte con i più importanti nomi internazionali: da Andy Warhol a Christo, da Donald Judd a Jannis Kounellis. Ma è soprattutto da menzionare la collaborazione con Joseph Beuys del quale Schellmann ha anche curato il catalogo ragionato delle edizioni e dei multipli. A partire dal 2008 Schellmann ha anche avviato la fabbricazione di mobili disegnati da artisti e prodotti da alcune delle più importanti ditte italiane del settore.

Una delle serie più straordinarie prodotta dalle Edizioni Schellmann è quella avviata nel 1992 intitolata «Wall work» composta da lavori site-specific che possono essere adattati, variando le dimensioni e le proporzioni, e installati sulle pareti della casa del collezionista. Fino ad ora, 51 wall work sono stati prodotti da artisti del calibro di Günther Förg, Damien Hirst e Michelangelo Pistoletto.

Aldilà della Manica si trova invece la Cristea Roberts Gallery di Londra fondata da Alan Cristea, che ancora oggi la dirige dalla nuova sede di Pall Mall, dopo decenni trascorsi nei locali ubicati nella mitica Cork Street dove, negli anni Ottanta e Novanta, erano allineate le migliori gallerie d’arte della capitale. La fortuna più grande che si può avere è quella di imbattersi, durante una visita allo spazio, proprio in Alan Cristea che è uno dei maggiori esperti di tecniche utilizzate per le edizioni. È un piacere ascoltarlo mentre descrive davanti a un Richard Hamilton o un Howard Hodgkin i vari stadi che hanno portato al risultato finale.

Negli Stati Uniti è importante la galleria Carolina Nitsch di New York, specializzata in edizioni ma anche in disegni. In venti anni, Nitsch ha prodotto opere sia per grandi esponenti della scena contemporanea come Louise Bourgeois e Anish Kapoor, sia per artisti delle nuove generazioni come Wangechi Mutu. In Italia non si può non citare, tra le altre, la galleria Noire di Torino, attiva dal 1983. Non solo offre una selezione di edizioni numerate e multipli di alcuni maestri (Merz, Anselmo, Tremlett ecc.) ma con molti di loro ha avviato una stretta cooperazione per la creazione diretta dei lavori. Vi sono poi realtà, più piccole ma ugualmente serie, che, pur non collaborando direttamente con gli autori, offrono opere di grande qualità. È il caso della galleria Florian Siedlarek di Francoforte, che ha recentemente presentato edizioni di Agnes Martin, Robert Ryman ed Ellsworth Kelly.

È naturale, quindi, chiedersi quali artisti abbiano prestato una particolare attenzione a questo genere di produzione. Sicuramente Howard Hodgkin ed Eduardo Chillida e, tra gli italiani, Mimmo Paladino, un vero appassionato della grafica. I due mostri sacri che hanno fatto però delle edizioni una delle parti più rilevanti della loro intera opera sono Andy Warhol e Joseph Beuys, i più influenti della seconda metà del Novecento.

A chi obietta che una tiratura in 30 o 90 esemplari uguali è un lavoro minore rispetto a un’opera unica, risponde il gallerista Bernd Klüser che una volta mi disse che chi vuole possedere una vera opera di Warhol dovrebbe acquistare un’edizione e non un lavoro unico perché la base della sua filosofia artistica era proprio la riproducibilità e la moltiplicazione delle immagini e dei lavori. Per Klüser solo un’edizione incarna l’autentico spirito del maestro della Pop art. Insomma più significativa e importante sarebbe una serigrafia a 10mila euro rispetto a un’opera unica a 10 milioni!

«For Alan n.1 (Cristea)» (2014) di Howard Hodgkin (particolare), edizione di 30 esemplari. Cortesia Cristea Roberts Gallery

Giorgio Guglielmino, 27 febbraio 2023 | © Riproduzione riservata

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