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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliIl restauro della storica Biblioteca Classense, lungo vent’anni con un investimento totale che sfiora gli 8 milioni di euro (43% del Comune, gli altri dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, dalla Regione Emilia Romagna), sta per terminare: è infatti iniziato il terzo e ultimo stralcio del complesso monumentale i cui lavori sono stati affidati a un’associazione temporanea d’impresa con capogruppo l’architetto Giampiero Cuppini.
La Classense nasce nel 1803 quando in seguito alle soppressioni napoleoniche dei beni monastici l’amplissima biblioteca dei Monaci Camaldolesi, edificata fra XVII e XVIII secolo dall’abate Pietro Canneti all’interno dell’Abbazia di Classe, diviene biblioteca civica di Ravenna.
Nel corso di oltre due secoli l’istituzione si è allargata negli spazi dell’ex monastero camaldolese, acquisendo nel tempo importanti biblioteche private tra cui quelle dell’architetto Camillo Morigia (1743-95) e dello storico dell’arte Corrado Ricci (1858-1934), e istituendo la Raccolta Dantesca formata dal bibliofilo e editore Leo Olschki, la più completa collezione di prime e rare edizioni dedicata a Dante Alighieri.
Proprio la sala Dantesca e gli ambienti afferenti il Chiostro Minore del complesso cinquecentesco sono stati oggetto dell’ultimo stralcio della riqualificazione. Nella sala Dantesca sono stati restaurati anche gli stalli lignei e il mosaico del III secolo proveniente da Classe. Si è intervenuti anche sulle «Nozze di Cana», ampio affresco realizzato dal pittore ravennate del Cinquecento Luca Longhi in una sala del chiostro Minore. In particolare sono state reintegrate le lacune pittoriche ed eliminate le efflorescenze biancastre.
Con i precedenti stralci di lavori, oltre all’adeguamento impiantistico, sono state realizzate le nuove sezioni di Lettura e Mediateca (sala intitolata a Luigi Maria Malkowski) e la Holden dedicata ai ragazzi.
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