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Sotto la piramide maya

Ricercatori della Facoltà di Ingegneria dell’Istituto di Geofisica dell’Universidad Autónoma Nacional de México (Unam) hanno individuato una piccola piramide all’interno del Castillo di Chichen Itza

Antonio Aimi

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La costruzione, datata tra il 550 e l’800 d.C., è alta 13 metri, una base di 12x18 m e un tempio sommitale intatto. L’archeologa Denisse Argote dell’Instituto Nacional de Antropología e Historia (Inah), che, incredibilmente, ha attributo la costruzione ai Maya «puri» (come se esistessero i Maya impuri), ha spiegato che è stata costruita in parte sul tetto mai collassato di un cenote (una dolina, Ndr) cosa che, inevitabilmente, pone la questione se questa vicinanza sia casuale (la zona è ricca di doline e il famoso Cenote Sacro di Chichen è a soli 500 metri dal Castillo) o se i Maya fossero a conoscenza (e come) di un cenote che non si vedeva.

A parte questi aspetti, tuttavia, l’importanza della scoperta non sta, ovviamente, nel fatto che il Castillo racchiuda una costruzione più antica (come è noto, le piramidi della Mesoamerica, in genere, sono come delle matrioske), ma nelle tecniche utilizzate per la ricerca. La nuova costruzione e il cenote, infatti, sono stati individuati senza scavi invasivi, ma utilizzando la tecnica della tomografia di resistività elettrica in 3D, che l’Inah ha presentato come una «novità a livello mondiale».

Per capire l’importanza di questa metodica abbiamo parlato con Nicola Masini, responsabile del Cnr-Ibam e direttore della missione Itaca in Perù, e con Giuseppe Orefici, direttore del Cisrap, che da oltre trent’anni conduce ricerche archeologiche a Nasca.

«Tra le tecnologie che consentono di “guardare” sotto la superficie del terreno, hanno dichiarato i due esperti, la tomografia di resistività elettrica è quella più semplice e più vecchia. Viene fatta collocando sul terreno o su una costruzione degli elettrodi collegati a un cavo attraverso il quale viene fatta passare l’energia elettrica. In questo modo si verifica la resistenza elettrica della zona da monitorare e si ha un’immagine di quello che sta sotto. Nel caso di Chichen, probabilmente, la difficoltà maggiore era costituita dal fatto che degli elettrodi ad hoc dovevano essere collocati sui gradoni del Castillo senza danneggiarne la superficie. In passato noi abbiamo usato la tomografia di resistività elettrica nella Piramide Sur di Cahuachi, ma poi siamo passati a tecnologie più avanzate, che abbiamo applicato anche poche settimane fa».

Antonio Aimi, 10 gennaio 2017 | © Riproduzione riservata

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Sotto la piramide maya | Antonio Aimi

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