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Sonia artista totale

«Non vi è alcuna differenza tra la pittura e i miei lavori “decorativi”. Non ho mai considerato le “arti minori” artisticamente frustranti; al contrario, per me hanno sempre rappresentato un’estensione del mio lavoro». Parole di Sonia Delaunay, nata in Ucraina nel 1885 e morta a Parigi 94 anni dopo. Un’artista che fece della multidisciplinarietà il tratto distintivo della sua arte, e a cui il Museo Thyssen-Bornemisza dedica, dal 4 luglio al 3 settembre, la prima retrospettiva spagnola, a cura di Marta Ruiz del Árbol.

Una mostra contenente dipinti, scenografie teatrali, abiti, bozzetti e progetti (oltre 200 oggetti in tutto), e strutturata in quattro nuclei cronologici: dai primi anni parigini, duranti i quali la Delaunay inventò il Simultaneismo insieme al marito Robert (una tecnica pittorica volta a creare effetti di forma e movimento nello spazio attraverso l’interazione dei colori), sino alle grandi composizioni astratte dell’ultimo periodo. Fulcro della mostra è la fase madrilena dell’artista (1914-20): in questi anni collabora con Diaghilev alle scene e ai costumi dei Balletti Russi e apre una maison in cui vende vestiti e oggetti di design di propria produzione.

Tra le opere in mostra, una copia di «La prose du Transsibérien et de la petite Jehanne de France» (1913), una pubblicazione pieghevole lunga due metri nata dalla collaborazione con il poeta Blaise Cendrars, e un abito simultaneista, una fra le creazioni più innovative della moda europea degli anni Dieci.

Federico Florian, 02 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

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Sonia artista totale | Federico Florian

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