Giunto alla sua nona edizione, il Festival della Fotografia Etica organizzato da Gruppo Fotografico Progetto Immagine è una realtà riconosciuta. Dal 6 al 28 ottobre vanno in scena i lavori selezionati fra le 900 candidature al World Report Award, arrivate da fotografi di 50 Paesi. Fra queste la giuria ha scelto i vincitori delle sei categorie: nella sezione Master Paula Bronstein per il reportage sui Rohingya, per Spotlight Tommaso Protti, che ha lavorato sulla crisi sociale dell’Amazzonia brasiliana, per Short Story Camillo Pasquarelli (il conflitto nella valle del Kashmir), per Student la tedesca Nanna Heitmann (la fine dell’estrazione del carbone in Germania), per Single Shot Laurence Geai, Giles Clarke e Bente Marei Stachowsk, per No Profit (dov’è esposto anche il lavoro di Johnny Miller) gli enti Care Harbor, Avsi Foundation e Water Grabbing Observatory.
La sezione «Uno sguardo sul mondo» ospita tra gli altri «Vivere sotto una cupa minaccia», reportage degli anni Ottanta sul Ponte Morandi di Genova dell’italiano Michele Guyot Bourg, mentre in «Spazio Appronfondimento» troviamo il lavoro di Mary Calvert sugli abusi sessuali. Il rapporto animali-uomo è al centro dello «Spazio Tematico» (nella foto, uno scatto di Ami Vitale).
Per «Corporate Festival» a Fuji si aggiunge Coop, mentre la città apre i suoi spazi pubblici e privati alle mostre fotografiche di Ffe-Off.
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