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«Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini» a Palazzo Doebling
- Arianna Antoniutti
- 15 novembre 2020
- 00’minuti di lettura
Bottega di Giotto, «Crocifisso», 1305-1320 circa © Collezione Roberto Sgarbossa
Sgarbi cerca di provocare collisioni
«Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini» a Palazzo Doebling
- Arianna Antoniutti
- 15 novembre 2020
- 00’minuti di lettura
Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliIl Museo di Palazzo Doebbing è sede espositiva della cittadina laziale che dal 2018 ha come sindaco Vittorio Sgarbi. Ed è proprio Sgarbi l’ideatore e curatore della mostra qui allestita fino al 17 gennaio. Il titolo «Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini» preannuncia l’itinerario, attraverso secoli di storia e arte, che si offre al visitatore. «L’intervento dell’architetto Romano Adolini nel Palazzo che un tempo fu del vescovo, afferma Sgarbi, consente, a fianco delle sale destinate al museo d’arte sacra, di avere spazi versatili in cui con limitate dotazioni, e questa volta grazie all’intervento di Intesa Sanpaolo, si possono mettere in collisione esperienze artistiche lontane e diverse».
La «collisione» delle oltre 250 opere esposte, che vanno dal VI secolo d.C. alla nostra contemporaneità, ha inizio con i reperti della Fondazione Luigi Rovati: «Petala aurea» (petali d’oro), preziose lamine dorate di ambito bizantino e longobardo, e giunge sino alle fotografie che Dino Pedriali scattò a Pier Paolo Pasolini poche settimane prima dell’uccisione dello scrittore. Dal «Crocifisso» di Collezione Sgarbossa, riferito a Giotto e alla sua bottega, si passa all’omaggio a Tadeusz Kantor, ai dipinti della Fondazione Franz Ludwig Catel e ai grandi teleri con cui Guido Venanzoni racconta la vita di Caravaggio. E ancora, allestiti nelle sale del Museo, quadri, sculture, fotografie di Cesare Inzerillo, Livio Scarpella, Alessio Deli, Mirna Manni, Chiara Caselli, Massimo Rossetti, Justin Bradshaw.