Serenamente malinconico

Federico Castelli Gattinara |  | Roma

Una retrospettiva di Jean-Pierre Velly all’Istituto Centrale per la Grafica

Nella dialettica tra l’ombra e la luce c’è tutta l’essenza di Jean-Pierre Velly, artista bretone vincitore del Gran Prix de Rome per l’incisione, che nella Villa Medici guidata da Balthus vive dal 1967 per tre anni, trasferendosi poi a Formello per i successivi venti, dove muore a soli 47 anni (1990) inghiottito dal lago di Bracciano durante un’escursione in barca.

Fino al 15 maggio, a un quarto di secolo dalla sua scomparsa l’Istituto Centrale per la Grafica, in una mostra organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Roma, ne ricostruisce la figura. La rassegna è curata da Pier Luigi Berto, Ginevra Mariani e Marco Nocca, che firmano i testi in catalogo (edizioni L’Erma di Bretschneider) introdotto da Maria Antonella Fusco, dirigente dell’Istituto Centrale per la Grafica, e Tiziana d’Acchille, direttrice dell’Accademia di Belle
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