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Sequestrata e dimenticata

La Magistratura sigilla le antiche chiese devastate dai vandali e trasformate in magazzini abusivi

Il sacco di Palermo è sempre più virulento. Monumenti devastati, antiche chiese depredate e saccheggiate anche di sculture, affreschi, stucchi e quadri, e addirittura di pavimenti e acquasantiere. O ancora diventate stabilmente (seppur non ufficialmente) di proprietà privata e trasformate in magazzini con catene, lucchetti e telecamere di sorveglianza. Ma non era mai accaduto che i predatori dell’inestimabile e agonizzante patrimonio artistico della città decidessero di costruire un edificio e due campi di calcio (lavori bloccati a metà gennaio dalla polizia municipale) all’interno del famoso Parco della Favorita, sottoposto a ferrei vincoli paesaggistici. Così accade che la Magistratura, visto che le autorità preposte alla cura, custodia e salvaguardia delle opere d’arte non fermano lo scempio e il degrado della città, decida di mettere sotto sequestro molte chiese seicentesche purtroppo ormai spogliate. Si tratta spesso di chiese magnifiche ma anche pericolanti perché i ladri, come un esercito organizzato di cavallette tecnologiche, le stanno smantellando, tegole dei tetti comprese. Ecco quindi i sequestri e sigilli della Procura della Repubblica, anche per evitare crolli.

Transennata, recintata con paletti di ferro e messa sotto sequestro la chiesa della Madonna dell’Annunziata del Giglio, del 1615. Devastata e trasformata in deposito di bevande è a rischio collasso: fino a pochi anni fa all’interno si trovavano ancora preziosi arredi oggi spariti. Vincoli anche per la Chiesa dei Macellai, ormai in sfacelo: rimangono pregevoli stucchi nell’abside, occupata da un bar chiamato «Bangladesh». Irriconoscibile, dopo i furti antichi e soprattutto recenti, il bellissimo Collegio di Maria della Sapienza, ingrandito e rimodellato nel Settecento, citato come luogo prezioso e imperdibile dalle guide della città. Alla ribalta della cronaca della Palermo sequestrata c’è la chiesa di Maria Santissima del Lume. Splendida struttura a croce greca, eretta nel Settecento dalla Confraternita di San Vincenzo, centro di culto importante nel quartiere della Vucciria. Dopo «furti totali» il monumento è diventato magazzino per luminarie e fuochi d’artificio. Ingressi murati anche per la celebre chiesa dei Tre Re: i ladri hanno fracassato a mazzate le statue che non sono riusciti a prelevare e non si sa che fine abbiano fatto quadri, affreschi, arredi. 

Tra i primi a essere sequestrati, il percorso delle Mura delle Cattive, storica passeggiata ottocentesca con una grande terrazza sul mare: panche divelte, rubate decine di lampioni in ghisa. Ancora sigilli al complesso monumentale del Parco di Villa Pantelleria, vandalizzato malgrado gli sforzi di associazioni che tentano il recupero dei celebri giardini storici della città. Disattenzione, incuria, complicità, indifferenza per la tutela del patrimonio sono all’origine di questo «olocausto culturale» di Palermo. Nel Collegio di Maria della Sapienza alla Magione, dove la razzia dell’arte e le incursioni per fotografare e scegliere la refurtiva procedono senza sosta, i ladri avevano dimenticato un crocifisso del ’500 recuperato dai Vigili del Nucleo Tutela Patrimonio. Esemplare infine la storia della chiesa dei Santi Cosma e Damiano: prima affidata a diversi enti pubblici poi all’Accademia di Belle Arti per attività culturali e didattiche e infine sgomberata a causa di minacciose lesioni delle strutture portanti. Nessun intervento stavolta. È semplicemente lasciata al suo destino.

Tina Lepri, 07 marzo 2017 | © Riproduzione riservata

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