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Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliVenezia. Che cosa attende l’architetto deciso a raggiungere il «fronte» lagunare in occasione di vernissage e opening della 15. Mostra Internazionale di Architettura? Per chi non volesse saziarsi di sola Biennale Venezia offre, come di consueto, diversi appuntamenti e proposte espositive da segnare nell’agenda del proprio smartphone e iPhone (o sul buon taccuino d’antan, sempre ammesso che il progettista contemporaneo ne conservi ancora uno).
Se si vuole cominciare da quanto già inaugurato, in primis non può mancare una puntata sull’Isola di San Giorgio. Con Il vetro degli architetti. Vienna 1900-1937, oltre 300 opere provenienti dal Mak di Vienna e da collezioni private trovano posto nelle Stanze del Vetro in un allestimento che ricostruisce il gusto d’un’epoca. Fino al 31 luglio a fare da protagoniste sono le produzioni di alcuni tra i principali artefici del modernismo viennese (come Josef Hoffmann, Koloman Moser, Joseph Maria Olbrich, Adolf Loos).
Poco distante, sull’Isola della Giudecca, la programmazione della Casa dei Tre Oci propone lo statuario e seducente fascino erotico delle donne di Newton (Helmut Newton. Fotografie. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes, a cura di Matthias Harder e Denis Curti. Fino al 7 agosto).
Se invece si preferisce seguire una calendarizzazione parallela ai due giorni di vernice (26-27 maggio), vale sempre la pena gettare un’occhiata al mosaico degli eventi collaterali ufficiali (19 in tutto), circa la metà dislocati nel sestiere di Castello. Tra questi si segnalano Aftermath_Catalonia in Venice presso i Canteri navali di Castello (opening 26 maggio, ore 17.30) e GangCity allo Spazio Thethis dell’Arsenale Nord (opening 27 maggio, ore 17).
Tra quanto collaterale non è, Palazzo Widmann dal 26 al 27 maggio rinnova l’appuntamento con Architects meet in Fuoribiennale, il programma di talks, conferenze e tavole rotonde organizzato dall’Associazione italiana di architettura e critica (Aiac) e da PresS/Tfactory. L’edizione 2016 propone una riflessione sull’architettura dei prossimi cinque anni, cercando di rispondere a quesiti come: esiste un’architettura al di fuori dello star system? Qual è lo stato dei giovani architetti e critici in Italia? Tra gli ospiti attesi: Aaron Betsky, Stefano Boeri, Odile Decq, Bill Menking, Hani Rashid, Benedetta Tagliabue.
Sempre dal 26 maggio ma al di là del Ponte della Libertà, Forte Marghera a Mestre accoglie una ricognizione di dodici città-porto internazionali che hanno saputo reinventarsi a partire dalla rigenerazione dei propri waterfront. Il fine di Reporting from Marghera and Other Waterfronts (a cura di Stefano Recalcati, fino al 2 ottobre) è anche e soprattutto quello di stimolare un dibattito sulle modalità con cui affrontare la complessa riconversione di quest’area industriale traendo spunto da casi felici e relativi fattori di successo che spaziano dalla presenza di una visione forte (Baltimora, Oslo) alla semplificazione procedurale dei processi di rigenerazione (Boston, Londra); dal coinvolgimento delle comunità locali (Dublino, Rotterdam) all’innovazione tecnologica (Marsiglia, Santander).
A partire invece dal 27 maggio a Palazzo Franchetti Fondazione Berengo tributa un omaggio all’anglo-irachena Zaha Hadid (1950-2016) che ripercorre quattro decenni di carriera e ricerca sperimentale attraverso immagini, disegni modelli, filmati e fotografie per progetti portati a termine, under construction o mai realizzati (fino al 27 novembre).
L’Espace Louis Vuitton in calle del Ridotto si allinea al tema architettonico offrendo, fino al 26 novembre, un focus sul progetto della parigina Fondation Louis Vuitton, commissionata da Bernard Arnault e inaugurata nell’ottobre 2014.
Infine, slittando oltre il mese di maggio, dall’1 giugno al 24 luglio Adolf Loos, Our Contemporary. The House at the Michaelerplatz in Vienna (a cura di Yehuda Safran e Marco Pogacnik) trova collocazione nelle Sale monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana con un allestimento di Pietro Valle. Suddivisa in due sezioni, la mostra documenta l’attualità della ricerca architettonica di Loos attraverso una serie di interviste ad Alvaro Siza, Toyo Ito, Jacques Herzog, Hermann Czech, Hans Hollein e analizza, anche attraverso una ricca documentazione, la casa sulla Michaelerplatz realizzata nel 1909 per la rinomata sartoria Goldman & Salatsch.
Dopo aver tenuto sott’occhio il calendario espositivo dell’Università Iuav dedicato a Carlo Scarpa (dal 14 giugno sono in programma ai Tolentini la mostra documentaria Carlo Scarpa e lo Iuav, a cura di Serena Maffioletti, e Carlo Scarpa / fotografie di Guido Guidi a cura di Mariano Andreani), fino al primo giugno si può seguire il percorso «Tempo & dettagli» lungo i luoghi di Carlo Scarpa. Le curatrici Geraldine Blais e Chiara Bertola hanno scelto la storica Officina Zanon e la Falegnameria Capovilla, che accoglieranno opere di vari artisti, mentre l'Aula Mario Baratto, opera dello stesso Scarpa, farà da sfondo a un intervento site specific di Joseph Kosuth.
Per il 19 giugno sarà bene segnare in agenda anche Venezia, Gli Ebrei e l’Europa. 1516 – 2016 (a cura di Donatella Calabi) che sino al 13 novembre narrerà a Palazzo Ducale anche la nascita e lo sviluppo urbano di quello che fu il primo ghetto in Europa, nell’anno in cui ricorre il cinquecentenario dalla fondazione.
©ilgiornaledellarchitettura.com

Joseph Kosuth, To Invent Relations (for Carlo Scarpa), 2016 courtesy Lia Rumma, the Artist

La mostra-omaggio a Zaha Hadid allestita a Palazzo Franchetti
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