Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Da dieci anni Bank of America promuove l’Art Conservation Project (Acp), programma diretto da Rena De Sisto che supporta istituzioni culturali non profit del mondo intero nell’attività di conservazione di beni artistici o storici. Per l’edizione del decimo anniversario sono stati finanziati 23 progetti di restauro in 13 Paesi, dall’India (Chhatrapati Shivaji Maharaj Vastu Sangrahalaya-Csmvs, Mumbai) al Giappone (Kawasaki City Museum, Kawasaki City), dal Messico (Museo Nacional de Antropología, Mexico City) al Brasile (Museu Paulista, San Paolo), dal Kenya (National Museums of Kenya, Nairobi) alla Turchia (Sadberk Hanim Museum, Istanbul), a Israele (Tel Aviv Museum of Art, Tel Aviv).
Nel Vecchio Continente sono stati prescelti il Kunsthaus di Zurigo, lo Städel Museum di Francoforte, The Wallace Collection di Londra, il Van Gogh Museum di Amsterdam e i Musei Vaticani, che grazie ad Acp restaureranno l’«Apollo del Belvedere», la statua (copia romana del I-II secolo d.C., da un bronzo greco del 330-320 a.C. di Leochares) ritrovata alla fine del XV secolo ad Anzio, e di qui passata nelle collezioni del futuro papa Giulio II della Rovere quand’era ancora cardinale, e poi giunta con lui in Vaticano. Qui la vide Johann Joachim Winckelmann, che in essa riconobbe «il più alto ideale dell’arte tra le opere antiche giunte fino a noi».
Nove gli interventi negli Stati Uniti, dove figurano, tra gli altri, il Cantor Arts Center, Stanford University, di Palo Alto, California, che recupera 32 opere dell’Asian American Art Initiative, il Museum of Latin American Art (Molaa) di Long Beach, California, che interviene su quattro opere di artisti contemporanei latinoamericani, lo Schomburg Center for Research in Black Culture of The New York Public Library, New York, dove sono stati scelti otto lavori di modernisti afroamericani e libri dell’800, e le Fisk University Galleries di Nashville, in Tennessee, uno dei primi college e università per studenti di colore, che restaurano alcune opere destinate alla mostra itinerante «African Modernism in America, 1947-1967».
Non mancano però opere iconiche di artisti occidentali, ormai piuttosto invisi alla «cancel culture» dominante. Ecco infatti «Un dimanche après-midi à l’Île de la Grande-Jatte», 1884-1886, di Georges Seurat, dipinto fondativo del Pointillisme, dell’Art Institute di Chicago e, del MoMA di New York, «Le garçon au gilet rouge», 1888-90, di Paul Cézanne, e «Man-Eater with Pennants», un grande «mobile» di Alexander Calder. Con queste, sono oltre cinquemila le opere d’arte preservate da Bank of America in 36 Paesi del mondo.

Joean Honore Fragonard, «The Swing», 1767, Wallace Collection, London
Altri articoli dell'autore
Milano rende omaggio all’artista con una grande mostra diffusa tra Palazzo Reale, il Museo del Novecento e il Museo del Duomo e concepita come una camminata tra i nuclei fondanti del suo lavoro
Conclusi i restauri di tutti i prospetti dell’immensa Villa di delizia che dopo la sua edificazione ha subìto vari rimaneggiamenti. Ora si lavora al giardino formale
Lo Spazio WOW-Museo del Fumetto sorgeva dal 2011 in viale Campania, nell’ex stabilimento Motta di proprietà comunale. Dopo canoni non versati per oltre 160mila euro, il Comune lancia un nuovo bando per la gestione dell’edificio
L’artista marchigiana ha realizzato nel parco di Villa Carlotta due interventi: effimero nella Sala dei gessi, permanente nel meraviglioso giardino