Sale, ferro e dolore

Federico Castelli Gattinara |  | Roma

S’intitola «Sentieri di mani» una mostra di Marisa Albanese aperta fino al 6 marzo a Palazzo Poli, nata da un progetto condiviso dell’artista napoletana con Maria Antonella Fusco, direttrice dell’Istituto Centrale per la Grafica, Antonella Renzitti, responsabile delle collezioni multimediali dell’Istituto, e Angela Tecce, dallo scorso settembre direttrice del Polo museale della Calabria. 

In mostra, due grandi installazioni. «Mare chiuso», riflessione sul Mediterraneo e le sue attuali terribili storie legate all’emigrazione, è una macchina disegnante programmata per tracciare segni sopra una distesa di 750 kg di sale marino. «Cosa ferma le altalene?» invece è un lavoro del 2011 composto da cinque altalene di cristallo che, tracciando grazie a dei magneti delle linee casuali di polvere di ferro, alludono ai popoli per i quali il nomadismo non sempre è una libera scelta.
Nella terza sala è allestita la
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