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Sacri e contemporanei

Mariella Rossi

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Un Museo d’Arte contemporanea appena inaugurato e un Museo d’Arte sacra di prossima apertura segnano la rinascita artistica e culturale di Racalmuto, un ambito nel quale già in passato ricoprì un ruolo di riferimento come testimonia l’ottocentesco Teatro Regina Margherita. ll MuRa-Museo di Arte contemporanea di Racalmuto «nasce con lo scopo di diffondere l’arte contemporanea anche fuori dai grandi centri e creare nuovi luoghi dell’identità contemporanea», spiega Giuseppe Agnello, membro del comitato scientifico insieme a Giuseppe Cipolla.

A luglio inaugura la mostra fotografica «Geografie e storie di transizioni», con circa 95 opere di 34 fotografi, prevalentemente siciliani, il cui sguardo testimonia i mutamenti antropologici, sociali e politici degli ultimi due decenni. A ottobre una personale di Anne-Clémence de Grolée (in collaborazione con la Gam-Galleria d’arte Moderna di Palermo) ne ripercorrerà la produzione degli anni vissuti a Palermo, dal 1996 a oggi, mettendo in luce i temi cari all’artista dalle problematiche legate al corpo  al degrado ambientale.

Il MuRa ha aperto alcuni mesi fa con la collettiva intitolata «18/10. Diciotto sculture per dieci anni di biennio», organizzata in collaborazione con l’Accademia di Palermo per i dieci anni del biennio specialistico in scultura della scuola palermitana. La sede è un’ala dell’imponente Castello Chiaramontano, uno spazio ampio in cui è possibile ospitare una collezione in permanenza e realizzare installazioni open air. All’interno dello stesso Castello è presente una raccolta di una decina di pale d’altare di varie chiese del territorio. È questo il primo nucleo espositivo da cui prenderà presto forma il Museo d’Arte sacra che, come ha anticipato l’assessore alla cultura Salvatore Picone, sarà intitolato al pittore Pietro d’Asaro, nato a Racalmuto intorno al 1579, uno degli artisti più eclettici e rappresentativi della Sicilia occidentale dei primi decenni del Seicento. «Stiamo lavorando in collaborazione con la Curia, la Soprintendenza per i beni artistici e la Prefettura di Agrigento (Fec)», spiega il sindaco di Racalmuto Emilio Messana, per individuare le opere di Pietro d’Asaro da collocare nel Museo».

Tra le opere di Pietro d’Asaro conservate a Racalmuto vi sono la «Madonna della Catena», la «Cena in casa del fariseo», l’«Immacolata con i santi Francesco e  Chiara» che si trovano presso al Chiesa Madre assieme all’autoritratto dell’artista, tanti sono poi i suoi lavori custoditi in molti luoghi dell’isola e spesso firmati «Monocolo di Racalmuto», come amava scrivere per indicare la sua parziale cecità. Si tratta di dipinti conservati nelle chiese o negli archivi di musei come la Galleria di Palazzo Abatellis a Palermo. Nel processo di riscoperta di Pietro d’Asaro è stato fondamentale Leonardo Sciascia, che gli dedicò una mostra nel 1984. Lo scrittore ha inoltre donato a Racalmuto la sua collezione di oltre 200 ritratti di scrittori realizzati da artisti che vanno da Giorgio de Chirico a Renato Guttuso, esposti nella Pinacoteca della Fondazione Leonardo Sciascia.

Mariella Rossi, 23 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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