Alcuni dei ritrovamenti archeologici sul tracciato della linea C della metropolitana di Roma

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Alcuni dei ritrovamenti archeologici sul tracciato della linea C della metropolitana di Roma

Roma, per il soprintendente occorre un nuovo museo per i tesori della Metro C

I reperti emersi negli ultimi tempi sono custoditi in un magazzino segreto

Roma. L’acquedotto del III secolo avanti Cristo, il più antico mai ritrovato, venuto alla luce al Celio, per il soprintendente speciale ai Beni archeologici della capitale Francesco Prosperetti non è che la punta di uno sterminato iceberg di tesori: «Per esporre i capolavori archeologici che emergono dagli scavi della Metro C, dice il soprintendente, serve un nuovo Museo Romano in via dei Cerchi. Per ora comunque la nostra priorità resta la conservazione e lo studio delle migliaia di oggetti recuperati».

Dunque non c'è soltanto l'acquedotto, già parzialmente smontato e rimosso dal cantiere nell’area che fronteggia l’Ospedale militare del Celio; tutti i ritrovamenti grandi e piccoli accumulati sul percorso della Metro C sono custoditi in parecchie casse sigillate in un magazzino top secret. Fanno eccezione quelli esposti nel bellissimo percorso all’interno della fermata di San Giovanni, appena inaugurato.
La Soprintendenza speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, è pronta a firmare un protocollo con il Comune per poter attingere al fondo Cipe di 5 milioni di euro che dovrebbero finanziare le attività di ricerca e tutela del nuovo patrimonio archeologico capitolino.

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Tina Lepri, 05 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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