La Nuvola di Massimiliano Fuksas

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La Nuvola di Massimiliano Fuksas

Roma Arte in Nuvola non delude

Galleristi generalmente soddisfatti e pubblico appagato, anche dalla collaterale offerta museale, confermano l’importanza della fiera capitolina all’interno del panorama italiano ed europeo

Guglielmo Gigliotti

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Si è chiusa la seconda edizione della fiera d’arte moderna e contemporanea Roma Arte in Nuvola che ha visto, dal 17 al 20 novembre, oltre 30mila visitatori scorrere come un fiume lungo i corridoi tra gli stand allestiti presso la visionaria Nuvola progettata da Massimiliano Fuksas all’Eur.

Ideata e organizzata da Alessandro Nicosia, con la direzione artistica di Adriana Polveroni (in collaborazione con Valentina Ciarallo), la kermesse romana ha riunito, nei 140mila metri quadri dell’edificio plasmato da gigantesche tensostrutture, 140 gallerie italiane e non, suddivise tra moderne e contemporanee, con opere di artisti da fine Ottocento sino al oggi.

Nicosia ha parlato di «festa dell’arte» e di «palese incremento dello straordinario potenziale di Roma» mentre Polveroni di «una proposta culturale per la città in prospettiva sistemica». In tanti hanno poi messo l’accento sulla qualità estetica della Nuvola in sé, colossale opera d’arte che ne ha contenute altre.
La fiera ha orientato la propria attenzione anche all’attuale emergenza ucraina dando un forte messaggio di pace attraverso l’allestimento di uno stand dedicato alle opere di artisti di quella terra oggi martoriata. All’inaugurazione è intervenuto anche l’ambasciatore ucraino in Italia.
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Da segnalare l’affondo storico svolto dalla mostra di Piero Dorazio che comprendeva trenta lavori e l’esposizione «Le opere dell’Eur. Un’apparizione di valori», a cura di Simonetta Lux, con bozzetti per mosaici e mobilia degli edifici costruiti nel quartiere Eur nei primi anni Quaranta.

Tra le varie opinioni raccolte tra i galleristi, molte hanno sottolineato la necessità di un comitato scientifico e curatoriale per le future edizioni. Così, ad esempio, Beatrice Bertini e Benedetta Acciari di Ex Elettrofonica, secondo cui «la fiera dovrebbe essere a tema, con una guida culturale che le dia un’identità e un respiro più luminoso».

«Con una curatela più netta», secondo Valentina Bonomo, «questa potrebbe diventare la grande fiera del sud Italia, del sud Europa e del Mediterraneo». Dello stesso avviso sono stati anche i romani Fabrizio Russo della Galleria Russo e Mauro Nicoletti di Magazzino. Quest’ultimo, peraltro del tutto soddisfatto delle copiose vendite, ha aggiunto che «questo luogo modernissimo e pieno di luce mette tutti di buon umore».
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Appagato dalle cessioni anche Enrico Lombardi che, con il figlio Lorenzo, ha allestito lo stand della galleria romana che porta il loro nome, con opere di Schifano, Angeli, Bonalumi, Scheggi, Turcato: «Questa è la location più bella d’Italia. E Roma ha tre milioni di cittadini, ma altri due milioni di frequentatori quotidiani non residenti: sono due grandi potenzialità», ha affermato il gallerista.

Parlando di opere e di prezzi, in fiera c’è stata una certa varietà quanto ad offerta. Si andava dalle poche centinaia di euro di lavori molto maturi di artisti-studenti dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone, ospitati in uno stand dedicato, ai 550mila euro di un nudo femminile di Schiele (1912), presso ED Gallery di Piacenza, capolavoro giunto a Roma dopo la sua prima apparizione in una mostra del 1913 della Secessione Romana.

Molte le opere attestate attorno ai 3mila euro, come i preziosi pastelli di Fausto Pirandello, presso la romana Tiber Art&Design di Federico Papa, la più giovane delle realtà presenti. L’asticella si alzava passando ai 10mila euro dei dipinti di Caterina Silva esposti presso Valentina Bonomo e i collage di Roberto Pietrosanti dalla milanese Manuel Zoia Gallery.
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Per 60mila euro si potevano acquistare invece quadri dell’artista austriaco Heimo Zobernig esposti da MLZ Art Dep di Trieste. Nello stand della stessa galleria era disponibile a 120mila euro un’installazione a muro di Kounellis: un cappotto pressato tra due robuste lamiere.

Generalmente soddisfatti sono apparsi anche i collezionisti non romani che, grazie al «vip program» hanno avuto modo di vedere, oltre alla fiera, musei e siti culturali della città d’arte più grande del mondo, dove brillano bellezze antiche e contemporanee.

«Ohne Titel» (2021) di Heimo Zobernig. Cortesia di MLZ Art Dep

«Windless towards summer» (2022) di Caterina Silva

«84 Rajas» (1991) di Piero Dorazio

Guglielmo Gigliotti, 21 novembre 2022 | © Riproduzione riservata

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