«Sketchbook Drawing 3» (1993), di Rita Ackermann. © Rita Ackermann. Cortesia dell’artista e di Hauser & Wirth

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«Sketchbook Drawing 3» (1993), di Rita Ackermann. © Rita Ackermann. Cortesia dell’artista e di Hauser & Wirth

Rita Ackermann, tra figura e astrazione

Al Masi-Lac di Lugano una cinquantina di opere dell’artista ungherese realizzate nel corso di un quarto di secolo

Nata nel 1968 a Budapest e formata nella sua città, all’Università ungherese di Belle Arti, dal 1992, quando l’Ungheria era ormai tornata libera, Rita Ackermann (1968) si trasferì a New York per studiare arte là dove tutto accadeva. Portava però con sé il bagaglio della sua cultura, quell’avanguardia artistica ungherese, ombrosa ed enigmatica, che sotto il regime comunista, non potendo esprimersi liberamente, era fiorita solo in esilio.

Un clima, quello, ben diverso dalla cultura visiva americana di quegli anni, in cui Ackermann s’immerse, consapevole però di dover fronteggiare, e intrecciare, quei due così diversi stimoli. Nacquero allora, da questa dicotomia, i disegni e i dipinti, realizzati tra il 1993 e il 1996, abitati da figure femminili di adolescenti nude, vagamente ambigue, immerse in atmosfere che evocano (anche nei titoli) certe composizioni di Gauguin o di Matisse, ma come soggette, qui, a un oscuro presagio.

La mostra «Rita Ackermann. Hidden» (dal 12 marzo al 13 agosto), curata per il Masi-Lac dal direttore Tobia Bezzola (con Chiara Ottavi), accosta questi lavori precoci a opere più recenti, realizzate oltre vent’anni dopo sotto l’influsso del pensiero del filosofo francese Paul Virilio (1932-2018), teorico dell’«Estetica della sparizione». In questi lavori la figura viene meno, cancellata da una pittura gestuale che conduce i dipinti nel territorio dell’astrazione.

La rassegna, che riunisce circa 50 opere, di questo periodo espone la serie delle «Mama», in cui le figure svaniscono e riaffiorano, sopraffatte da violente pennellate, che, come suggerisce il titolo della mostra, le nascondono allo sguardo. Mentre dai primi mesi del 2022 prendono il via i «War Drawings», opere su tela grezza le cui figure sono abrase e parzialmente cancellate. Nel catalogo, in italiano e inglese (Mousse Publishing), un saggio di Pamela Kort e un’intervista all’artista di Donatien Grau.

«Sketchbook Drawing 3» (1993), di Rita Ackermann. © Rita Ackermann. Cortesia dell’artista e di Hauser & Wirth

Ada Masoero, 10 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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Rita Ackermann, tra figura e astrazione | Ada Masoero

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