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Mariella Rossi
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Parla l’architetto svizzero Mario Botta, autore dell’allestimento della mostra «Legni preziosi» alla Pinacoteca Züst.
Che cosa l’ha guidata nell’allestimento della mostra?
Non volevo che le sculture «vagassero» nel buio, visto che andavano sospese in un ambiente oscurato e illuminate in maniera mirata per mettere in risalto la tridimensionalità. Ho deciso di richiamare gli appoggi originari di queste opere, nate per altari, tabernacoli e battisteri e non per uscire da asettiche gallerie come avviene oggi. Non ho voluto costruire ma evocare una spazialità. Ho rischiato e mi sono allontanato dalla mia convinzione di rendere presenti il meno possibile i supporti per mantenere le opere protagoniste assolute. Ho sentito l’esigenza di segnare almeno un fronte, il filo dell’altare, per offrire una dimensione di appoggio visibile alle sculture. Le strutture sono composte da elementi verticali di sostegno ancorati alla parete nera che fa da fondo (nero è anche il pavimento), mentre orizzontalmente, sulla sommità di un architrave, esce a sbalzo una mensola con le singole opere.
Quali materiali ha utilizzato?
Un conglomerato ligneo normalmente scelto per le casse d’imballaggio, un materiale povero per contrasto rispetto alla preziosità del legno scolpito e composito rispetto al monolitico legno intagliato.
Com’è scandito il percorso?
Una connotazione cromatica indica il passaggio da una sezione all’altra, sono i colori con cui sono dipinte le mensole, dal turchese del Medioevo al rosso del Seicento, al blu del Settecento. Partendo dal fatto che le sculture sono policrome, ho deciso di dipingere il materiale povero degli appoggi lasciando percepire la composizione di queste scaglie di legno. Questo progetto insiste con un confronto tra il passato (i legni preziosi) e la contemporaneità (l’allestimento).
A che cosa sta lavorando adesso?
A una decina di progetti tra cui il campus dell’Accademia di Belle Arti Luxun a Shenyang in Cina e un ristorante panoramico sulla vetta del Monte Generoso in Ticino. Ma il progetto cui tengo di più è il Teatro dell’Architettura, una nuova struttura che ho progettato per l’Accademia di Architettura di Mendrisio. Aprirà a settembre 2017 e ospiterà eventi espositivi a ciclo continuo, abbiamo in programma una mostra di Louis Kahn e altri protagonisti del mondo dell’arte. È uno spazio pensato per dare visibilità alla ricerca in architettura, destinato a diventare un punto di riferimento costante nella vita dell’ateneo.
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