Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliBologna. Ha riaperto, dopo oltre un anno di chiusura dettata da approfonditi restauri (ancora in corso) di Palazzo Galvani sede del Museo Civico Archeologico di Bologna, una parte del primo piano. I lavori hanno interessato tutte le parti lignee e murarie compromesse, trattamenti contro l’attacco di insetti xilofagi, funghi e muffe, rifacimento degli impianti, consolidamento del cortile interno per un costo di 1,9 milioni di euro sostenuto dal Comune.
In particolare tornano visitabili la sezione preistorica che ospita i manufatti relativi alle prime fasi di presenza dell’uomo nel territorio bolognese, dal Paleolitico all’Età del Bronzo, e l’adiacente saletta dei confronti preistorici che mantiene ancora i caratteri di allestimento relativi alla museologia ottocentesca.
A ciò si aggiunge inoltre il completo riallestimento attraverso le antiche vetrine della sala dedicata all’abitato di Bologna Etrusca: si rievoca qui la storia di «Felsina Princeps» che permette di conoscere la civiltà più significativa del passato cittadino. La vita quotidiana, le abitazioni, le attività artigianali e produttive, gli spazi del sacro sono illustrati dai reperti archeologici e da un apparato di pannelli e didascalie in lingua italiana e inglese.
Per avere però una percezione completa, occorrerà aspettare ancora alcuni mesi, visto che l’Archeologico anticipa la riapertura completa del Museo Civico diretto da Paola Giovetti e afferente alla Istituzione Bologna Musei. Fino a primavera, dunque, restano non accessibili le collezioni relative alla storia di Bologna (parte di Bologna etrusca, Bologna gallica, Bologna romana), la Sala Verucchio, la Gipsoteca e le collezioni greca, etrusco-italica e romana. Sono invece visibili la collezione egizia e il lapidario.
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