Una veduta dell’allestimento della mostra «Raffaello. Nato architetto». © Lorenzo Ceretta | Cisa Andrea Palladio

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Una veduta dell’allestimento della mostra «Raffaello. Nato architetto». © Lorenzo Ceretta | Cisa Andrea Palladio

Raffaello prima architetto che pittore

Disegni autografi, modelli e sculture antiche dimostrano che l’Urbinate aveva inventato una nuova idea di spazio e definito lo status del disegno architettonico finalizzato al rilievo urbano e archeologico

Fino al 9 luglio il Palladio Museum ospita la mostra «Raffaello. Nato architetto» curata, nell’ambito delle iniziative del Comitato Nazionale Raffaello 1520-2020 e in occasione del decennale della fondazione del museo vicentino, da Guido Beltramini, Howard Burns e Arnold Nesselrath con un team internazionale di esperti.

Allestita dall’architetto e scenografo Andrea Bernard «la mostra percorre, mettendo insieme gli indizi come le indagini di un detective, 25 anni della vita dell’artista, per dimostrare la radicale tesi esposta negli anni Sessanta da John Shearman: che Raffaello non nasce pittore per diventare architetto solo quando, dopo la morte di Bramante (1514), gli viene affidato il cantiere della Basilica di San Pietro,affermano i curatori. Raffaello è architetto fin dall’inizio, come provano disegni e dipinti a partire dal 1501. Nelle sue opere vive da subito una nuova idea di spazio alimentata dall’architettura di Roma antica, che porta l’osservatore all’interno degli edifici dipinti con vedute che oggi definiremmo cinematografiche e immersive».

Disegni autografi provenienti dal Royal Institute of British Architects di Londra e dagli Uffizi, taccuini e manoscritti della Biblioteca Centrale di Firenze, modelli e sculture antiche presentano in mostra non solo le architetture realizzate dal genio urbinate, ma anche quelle mai costruite o perdute, come Palazzo Branconio dell’Aquila o le stalle monumentali per Agostino Chigi.

Due riproduzioni ad altissima fedeltà, realizzate da Factum Arte, esemplificano inoltre gli enormi e inamovibili cartoni raffaelleschi per gli arazzi della Cappella Sistina, conservati al Victoria and Albert Museum di Londra. «Pur essendo tra i padri fondatori dell’architettura rinascimentale, Raffaello è in questo sfortunato, precisano i curatori. La perdita di gran parte dei suoi edifici ha infatti portato a un’eclissi della sua fama in quest’ambito, oscurata anche dal clamoroso successo come pittore».

Eppure, come emerge dalla mostra, è proprio Raffaello a definire lo status del disegno architettonico finalizzandolo anche al rilievo urbano e archeologico e al considerare l’architettura di Roma antica imprescindibile riferimento dell’architettura urbana e rurale, come accade con Villa Madama. È infine ancora Raffaello a concepire i palazzetti degli alti funzionari della corte papale di Leone X come «ritratti in muratura»: un approccio cui molto, e molto malvolentieri, deve lo stesso Palladio del sontuoso Palazzo Barbarano, sede della mostra.

Una veduta dell’allestimento della mostra «Raffaello. Nato architetto». © Lorenzo Ceretta | Cisa Andrea Palladio

Elena Franzoia, 18 maggio 2023 | © Riproduzione riservata

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Raffaello prima architetto che pittore | Elena Franzoia

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