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«Santa Dolores» di Sandra Krasker, 2018 e Simona Gavioli © Massimiliano Capo

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«Santa Dolores» di Sandra Krasker, 2018 e Simona Gavioli © Massimiliano Capo

Qui i giovani emergenti trovano casa

La VII edizione di SetUp s’ispira a Itaca, con 25 gallerie. Ciascuna ha al massimo tre artisti

Mariella Rossi

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Si svolge dal 31 gennaio al 3 febbraio nel Palazzo Pallavicini la VII edizione di SetUp Contemporary Art Fair, la fiera nata nel 2013, dedicata alla scena emergente. Il tema scelto per il 2019 è «Itaca», l’isola di Ulisse, il primo grande viaggiatore del mondo occidentale, punto di partenza e di approdo, simbolo del distacco e della separazione in un mare che unisce e divide portando la mente al tema dei migranti e dell’integrazione.

«SetUp da sette anni è l’isola che attrae i marinai dell’arte per costruire insieme la memoria del futuro, per immaginare il mondo che sarà, una casa in cui tutti siamo a casa», spiega Simona Gavioli, cofondatrice e direttrice della fiera, convinta che «in un periodo storico in cui la tendenza è chiudere le frontiere, l’arte non può esimersi dal dare segnali chiari: l’apertura non può che portare un plusvalore».

Partendo da questi spunti e con lo scopo di far interagire le tre figure chiave del sistema dell’arte (artista, curatore e gallerista), ogni galleria sviluppa un progetto curato con opere di massimo 3 artisti, tutti under 35. Rispetto alle edizioni precedenti c’è uno snellimento del numero di artisti e gallerie partecipanti, in tutto 25, una decina in meno dell’anno scorso. Tra i servizi offerti ai visitatori, tour tra gli stand accompagnati da giovani curatori e cocktail riservati ai collezionisti, ma anche visite guidate con lo storico dell’arte Nicola Zanotti alla scoperta di Palazzo Pallavicini, dei suoi affreschi e stucchi e delle sue opere di Jacopo Barozzi da Vignola, Giovanni Antonio Burrini e Giampietro Zanotti.

Per la prima volta trova spazio una sezione video, con un progetto curato dalla bolognese Manuela Valentini che svilupperà il concetto di Isola, con particolare attenzione al Mediterraneo. Il Mare Nostrum, inoltre, lega la fiera a «una regione, la Calabria, capace di conservare, forse più di ogni altra, la testimonianza del passato del bacino del Mediterraneo così fortemente interconnesso», spiega la giovane curatrice che ha invitato due delle principali istituzioni calabresi votate al contemporaneo, la Fondazione Rocco Guglielmo e il Museo Marca di Catanzaro, a presentare un programma di tavole rotonde.

Le conferenze tenute da esperti provenienti da diverse nazioni affacciate sul Mediterraneo sono coordinate da Simona Caramia, curatrice della Fondazione Rocco Guglielmo, il cui omonimo fondatore è nel comitato scientifico della fiera insieme a Silvia Evangelisti, Camilla e Giovanni Scarzella e Chiara Caliceti.

Tra gli eventi collaterali, sabato 2 febbraio sarà presentata in anteprima nazionale la performance «I(m)SOLA» di Marina Visentini ed Elena Copelli, realizzata in collaborazione con Teatro Magro di Mantova e ideata per la fiera con l’obiettivo di raccontare l’isola come «luogo in trasformazione» (solo su invito). Da segnalare, infine, nella sezione OFF projects, il fotografo Luca Maria Castelli con un progetto su Penelope curato da Maria Letizia Tega. Confermati anche quest’anno i premi al miglior artista e al miglior curatore, il Premio Tiziano Campolmi per la fotografia e il premio A.T. Cross Company per l’arte (coordinato dalla Santara srl).

«Santa Dolores» di Sandra Krasker, 2018 e Simona Gavioli © Massimiliano Capo

Mariella Rossi, 29 gennaio 2019 | © Riproduzione riservata

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