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Prismi e litofoni

«Onde lunghe e brevissime» è il titolo della doppia retrospettiva che il Museo del Novecento (fino al primo ottobre) e lo Studio Museo Francesco Messina (fino al 28 maggio) dedicano all’artista milanese Amalia Del Ponte (1936).


La mostra rivela al pubblico le ricerche sul suono (che si manifesta in «onde lunghe»ı) e sulla luce (le cui onde sono al contrario «brevissime») che la Del Ponte ha condotto tra gli anni Sessanta e Novanta. Fulcro dell’esposizione al Museo del Novecento è l’installazione «How Do You Feel?» (1971), donata al museo nel 2014, e composta da due prismi a base triangolare alti quasi due metri, uno in plexiglas, l’altro in cemento bianco al quarzo: è un’opera anticipatrice delle sperimentazioni dei minimalisti americani sul materiale plastico.


Oltre a foto d’archivio, studi sulla luce e disegni (tra questi, il progetto dell’ambiente presentato dalla Del Ponte alla Biennale di San Paolo del 1973, con cui si aggiudicò il Premio Internazionale per la Scultura), è esposta una selezione di «tropi» (come li battezzò il critico Vittorio Fagone), piccole strutture prismatiche trasparenti che generano complessi giochi di riflessione e rifrazione.


La mostra al Museo Messina, invece, rivela le indagini dell’artista sul suono. Cuore dell’allestimento è l’installazione «Aria della Freccia» (1994), composta da tre «litofoni» (lastre di pietra lavorate al fine di essere suonate a percussione) e attivata il giorno dell’inaugurazione dal percussionista Elio Marchesini. Completano l’antologica sculture poste su casse armoniche, studi sulla forma del suono e video di performance realizzate da musicisti sulle opere sonore della Del Ponte.

Federico Florian, 06 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

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Prismi e litofoni | Federico Florian

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