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Giuseppe M. Della Fina
Leggi i suoi articoliA Pompei nuove scoperte illuminano sia la fase di formazione della città sia la vita quotidiana, che vi si svolgeva, nei giorni immediatamente precedenti all’eruzione del 79 d.C. che ne mise fine all’esistenza. Le origini di Pompei vengono discusse da tempo e, in merito, sono state proposte tesi diverse. Ora il ruolo di primo piano svolto dagli Etruschi sembra divenuto certo sulla base dei risultati di nuove campagne di scavo, promosse a partire dal 2014, nel santuario rinvenuto in località Fondo Iozzino. Un dato su tutti: le indagini hanno restituito circa settanta iscrizioni etrusche, che vanno ad aggiungersi alle quindici già note in passato. A esse va affiancato un numero all’incirca doppio di contrassegni derivati dall’alfabeto etrusco e presenti in genere sul fondo esterno di vasi.
Di conseguenza Pompei diviene, come ha osservato Massimo Osanna, il luogo che ha restituito il numero maggiore di iscrizioni etrusche fuori dalla cosiddetta Etruria propria, quella tradizionalmente compresa tra i fiumi Arno e Tevere. Le iscrizioni da Fondo Iozzino sono databili tra il secondo quarto del VI secolo a.C. e gli inizi del successivo e quindi le più antiche sono vicine cronologicamente alla fase di formazione della città. Va evidenziato che i nomi delle famiglie ricordate e gli stessi prenomi individuali rinviano a città quali Cerveteri, Tarquinia, Veio e Orvieto.
Su una coppa in bucchero è incisa, per fare un esempio, un’iscrizione che si può ricostruire come «io sono di Spuriana». Un individuo che si qualifica solo con il gentilizio e che rinvia a un’influente e nota famiglia di Tarquinia con un ruolo di primo piano nelle vicende storiche dell’Italia del tempo.
Un altro personaggio, che incise o fece incidere il suo nome su un vaso deposto poi ritualmente, è Mamarce Tetana, il cui nome proprio è attestato in varie città etrusche e soprattutto ad Orvieto. Il numero rilevante, su base statistica, di uomini etruschi attestati fa escludere l’ipotesi che si tratti di stranieri giunti a Pompei, ma spinge a ritenerli personaggi attivi nella vita politica, economica e sociale della comunità locale.
La prova indiretta di un’egemonia etrusca sulla prima Pompei è offerta inoltre dal ridimensionamento della città dopo la sconfitta subita dagli Etruschi nella battaglia navale di Cuma (474 a.C.) che tra i suoi effetti ebbe anche la crisi della presenza etrusca nell’odierna Campania.
Rinvia, invece, agli ultimi giorni della città, la scoperta di un termopolio all’interno della Regio V, nell’ambito delle ricerche promosse dal Grande Progetto Pompei. In particolare è stato riportato alla luce il bancone decorato di una bottega dove si vendevano vino e cibi cucinati: nei contenitori ritrovati presenti ancora i resti delle bevande e dei cibi preparati.
Il bancone decorato del Termopolio ritrovato a Pompei. Foto di Luigi SPina
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