Pinuccio Sciola, nato da una pietra

Al Castello di San Michele un omaggio a 5 anni dalla morte dell'artista sardo

Pinuccio Sciola. Foto © Attila Kleb
Elena Franzoia |  | Cagliari

Il Castello di San Michele riparte rendendo omaggio, a cinque anni dalla scomparsa, a una delle voci più autentiche dell’arte contemporanea sarda: Pinuccio Sciola. Allestita da Salvatore Campus e realizzata in partnership con la Fondazione Sciola, la mostra «Madre Pietra, la natura, la scultura, la città» indaga fino al 3 ottobre, come affermano le curatrici Simona Campus e Tiziana Ciocca, «gli sviluppi di una costante ricerca condotta sulle potenzialità espressive dei materiali e delle loro prerogative primordiali, nell’orizzonte del tempo senza tempo, delle origini del mondo e dei suoi infiniti cicli».

Realizzata secondo il doppio binario immersivo/emozionale e storico/critico, la mostra cerca il maggiore coinvolgimento possibile dei visitatori attraverso un ampio spettro di attività didattiche. Emerge l’indissolubile legame tra la fisicità della natura e un artista dalle profonde radici contadine, che di sé diceva: «Sono nato da una pietra, sono amante della terra, dell’acqua, dei fiori, del sole».

Tra le opere spiccano, oltre alle installazioni dedicate a Grazia Deledda e Antoni Gaudí, i celebri «Semi di basalto» esposti per la prima volta nel 2008 sul sagrato della Basilica Inferiore di Assisi e le «Spighe» e le «Foglie» con cui Sciola rese omaggio nel 2004 a Jacques Prévert nel parigino Jardin du Luxembourg. Importante il corpus progettuale, in larga parte inedito, dedicato alle installazioni scultoree cagliaritane, presto al centro di un progetto espositivo itinerante curato dalla figlia Maria.

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