Pigri direttori di musei pubblici vs bravi galleristi privati

Laura Lombardi |

Firenze. L’idea di Fabrizio Moretti di riunire al tavolo della Biennale dell’Antiquariato il legislatore della riforma dei Beni culturali Lorenzo Casini, il sindaco di Firenze Dario Nardella e lo storico dell'arte Tomaso Montanari è stata più che encomiabile, e infatti a Palazzo Corsini il 30 settembre scorso  la folla era tanta. Oggetto della discussione doveva essere lo snellimento nella procedura della libera circolazione delle opere d’arte, il fatto che i tempi non possano essere così lunghi e che ci debbano essere regole fisse, criteri omogenei, riguardo la valutazione del pregio artistico, del valore storico, dell’importanza ai fini di studio, per decidere che cosa può uscire dal Paese e cosa no; e soprattutto un impegno dello Stato, nel caso delle opere notificate, all’acquisto entro certi limiti di tempo.
Insomma adottare il «modello francese», o inglese, propone appunto
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