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Pane e campanedda

Mariella Rossi

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Situata nella Valle del Belice con i suoi 11mila abitanti, la cittadina di Salemi è al centro di una rinascita culturale innescata dalla nuova amministrazione composta da giovani locali guidati dal sindaco Domenico Venuti. Il primo cittadino è fermamente convinto della necessità di mantenere la popolazione unita attraverso un’identità culturale che affonda le proprie radici nel passato con il desiderio di rivolgersi al futuro: «Possediamo un importante patrimonio che risale all’antichità, passa attraverso l’arte sacra e poi si ferma, dice. Sono convinto che sia giunta l’ora di dare voce e centralità all’arte contemporanea per offrire una nuova visione del territorio».

L’assessore alla cultura, il curatore Giuseppe Maiorana, da due anni a questa parte è impegnato a rinnovare con l’arte contemporanea l’attenzione a una tradizione secolare e simbolica del luogo: quella del pane e degli altari votivi con esso costruiti. Si tratta di un’artigianalità rituale e spontanea risalente a culti pagani e poi rivolta a san Giuseppe. Per il mese di marzo Maiorana ha ideato la rassegna «Festa di san Giuseppe-contemporanea tradizione», che si svolge attraverso eventi musicali, laboratori e progetti d’arte contemporanea. Per la seconda edizione sono stati invitati in residenza gli artisti Giacomo Rizzo e Sergio Zavattieri con il compito di creare due installazioni per gli ambienti interni del Castello Normanno Svevo. Salemi possiede quattro musei, il Museo di Arte Sacra, con opere tra gli altri di Antonello Gagini e Francesco Laurana, il Museo del Risorgimento, il Museo Archeologico e il Museo della Mafia, ma anche tre aree archeologiche e un castello uniti a breve in un solo itinerario con un biglietto unico.

Maiorana ha dichiarato di voler aggiungere in futuro una nuova istituzione alle quattro che compongono il Sistema Museale ospitato nel Collegio dei Gesuiti: il museo del pane e della «campanedda», la pietra tufacea tipica del centro storico, elemento caratteristico locale. Vi è inoltre il desiderio di ampliare il Museo Archeologico, gli scavi in corso stanno infatti portando a nuove scoperte, tra cui una villa romana e l’ipotesi di un’antica Salemi.

Tra i risultati già ottenuti, il primo da menzionare è l’inserimento di Salemi nella lista dei «Borghi più belli d’Italia»; rientra tra gli eventi legati a questo traguardo la «Notte Romantica dei Borghi», ricca di inizative che vedranno coinvolte le associazioni locali, in programma il 25 giugno. Questo riconoscimento s’inserisce in un progetto esteso di valorizzazione del centro storico, costituito da un assetto urbano medievale e costellato da 25 chiese edificate tra il Sei e il Settecento, rimasto semiabbandonato dopo il terremoto del 1968. È un cammino appena avviato con una regolamentazione degli interventi di recupero e l’acquisto di una serie di lotti da parte del Comune. Salemitane sono infine le origini del musicologo Alberto Favara e del jazzista Tony Scott, cui è intitolata l’ultima edizione del Premio per la Musica Città di Salemi, «Welcome back Tony Scott», di scena il 17 giugno.

Mariella Rossi, 22 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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