Pablo a colori

Paul Smith rilegge la collezione del Musée Picasso di Parigi (oltre 5mila opere, di cui 297 dipinti) in una chiave più contemporanea e ne sottolinea il carattere sempre attuale

«Quand il n’y avait plus rien d’autre que... L’Afrique restait une pensée» (1997), di Chéri Samba. Parigi, collezione André Magnin
Luana De Micco |  | Parigi

L’8 aprile ricorre il 50mo anniversario della morte di Picasso (1881-1973). Nell’ambito delle celebrazioni organizzate in Francia, il Musée Picasso ha invitato il designer britannico Paul Smith a ripensare le sue collezioni, ricche di oltre 5mila opere, di cui 297 dipinti. Sotto la sua direzione è nata la mostra «La collezione prende colore», presentata dal 7 marzo al 27 agosto.

«Premetto che non sono uno storico dell’arte», ha spiegato l’eclettico stilista di Nottingham, 76 anni, noto per i suoi lavori su colore e lui stesso collezionista d’arte. «Quando il museo mi ha dato carta bianca per mostrare l’opera del pittore sono stato molto spaventato. Il mio approccio doveva essere spontaneo e, avendo poche nozioni accademiche su Picasso, ho concepito una mostra che riposa in gran parte su associazioni visive e intuitive. Spero quindi di offrire un punto di vista meno convenzionale», ha aggiunto, «che susciti un’esperienza visiva e colga l’attenzione dei giovani».

Il museo fa notare che l’allestimento di Paul Smith, realizzato in collaborazione con le conservatrici Cécile Debray e Joanne Snrech, propone «una lettura più contemporanea» dell’opera di Picasso e ne sottolinea «il carattere sempre attuale». Il percorso si apre sulle prime sperimentazioni cubiste, con un focus sulle «Demoiselles d’Avignon» e sui papiers collés.

Si esplorano i diversi «periodi» dello stile del maestro e temi centrali, come la tauromachia e la passione per l’arte africana. Una sezione è dedicata al tema delle «righe», caro all’universo creativo di Paul Smith. Ritroviamo capolavori come l’autoritratto del 1901 o il «Ritratto di Dora Maar» (1937). Ma lungo il percorso sono state allestite anche opere di artisti contemporanei come Guillermo Kuitca, Obi Okigbo, Mickalene Thomas e Chéri Samba.

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