Nuovo onore per la Grotta degli Animali

Una nuova fase di restauro per la Grotta del Diluvio nella Villa medicea di Castello amata dal Vasari

La «Grotta degli Animali» nella Villa Medicea di Castello a Firenze
Laura Lombardi |  | Firenze

A evocare l’effetto stupefacente provocato dalla «Grotta degli Animali» nella Villa Medicea di Castello, indicato da Giorgio Vasari come «il più ricco, il più magnifico et il più onorato giardino d’Europa», è Michel de Montaigne nel suo «Viaggio in Italia», ma col tempo lo straordinario effetto che doveva provocare quella commistione di artificio e natura era andato perduto.

Progettata intorno al 1540 da Niccolò Pericoli detto il Tribolo, la Grotta (detta anche del Diluvio) è da anni oggetto di lavori per il ripristino non solo della sua bellezza, ma anche del linguaggio simbolico per il quale era stata creata, volto ad esaltare il ruolo pacificatore e il dominio illuminato sulla Toscana del nuovo governo di Cosimo I de’ Medici e della sua consorte Eleonora da Toledo.

Così, mentre sono in fase di conclusione i lavori iniziati nel 2019 volti al recupero dell’impianto di alimentazione a ricircolo ecosostenibile delle acque del sistema delle fontane e della Grotta, cofinanziati per il 70% dalla Regione Toscana con fondi comunitari POR FESR 2014-2020, e direttamente dal Mibact, oggi MiC, arriva il finanziamento di 300.000 euro di Publiacqua all'interno del progetto Art Bonus della Direzione regionale musei della Toscana con la consulenza scientifica del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. I soldi saranno destinati al restauro delle sculture con animali delle fontane nelle vasche interne (dove troviamo varie specie esotiche o rare tra cui la giraffa, simbolo di trionfo di tradizione classica, chiamata «cameleopardo»), delle decorazioni con spugne e conchiglie, ed anche del prospetto architettonico affacciato sul giardino e sul Piano degli agrumi.

Come sottolineato da studi recenti, si possono riscontrare affinità tra questa grotta e quella di Egeria del II sec. d.C. sulla via Appia, dove si celebrava il mito della ninfa Egeria e del suo consorte Numa Pompilio. Sulle volte della Grotta del Diluvio, che ebbe successivi interventi (Vasari, Bartolomeo Ammannati e il Giambologna poi alla fine del Settecento quando fu anche restaurata), saranno inoltre collocate le copie in bronzo, ottenute con scansione laser, di quattro dei nove volatili attribuiti al Giambologna, i cui originali sono conservati al Bargello, a ricreare l’effetto dei piumaggi che risplendevano in mezzo alla rigogliosa vegetazione sotto lo sgocciolìo delle acque.

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