Notre-Dame vista dalla cripta

Una mostra sulla storia della cattedrale di Francia ospitata dai suoi ipogei

«Lo Strige» di Charles Nègre, 1835 ca. © Musée d’Orsay
Luana De Micco |  | PARIGI

La Cripta di Notre-Dame, chiusa dall’incendio nella chiesa del 15 aprile 2019, riapre le porte al pubblico il 9 settembre con la mostra «Da Victor Hugo a Eugène Viollet-le-Duc», che rende omaggio alla storia della cattedrale. La cripta archeologica, con le vestigia rinvenute al momento degli scavi realizzati tra il 1965 e il 1970 sull’Île de la Cité, fortunatamente non ha subito danni al momento dell’incendio, ma è stata comunque inaccessibile, data la chiusura del sagrato nei mesi della messa in sicurezza della cattedrale e la bonifica dal piombo (il sagrato ha riaperto parzialmente solo il 31 maggio).

In mostra sono allestiti foto e documenti d’epoca, con prestiti dal Musée Carnavalet, del Musée d’Orsay e della Maison de Victor Hugo, alcuni scatti di Brassaï, oltre che film e ricostituzioni in 3D. Il punto di partenza è la cattedrale al tempo del celebre romanzo di Victor Hugo, uscito nel 1831. L’opera contribuì a mettere in evidenza lo stato di degrado in cui si trovava la chiesa, capolavoro del Gotico, costruita tra il 1163 e il 1345, e a dare impulso ai restauri. I lavori presero il via nel 1843, sotto la direzione di due architetti, l’affermato Jean-Baptiste-Antoine Lassus e il giovane, e allora sconosciuto, Eugène Viollet-le-Duc, che dal 1857, morto Lassus, si trovò a gestire da solo il cantiere.

I disegni e gli scatti dell’epoca, tra cui quelli di Édouard Baldus, che reinventò la fotografia di monumenti, raccontano le tappe dell’ambizioso cantiere, conclusosi nel 1864. Un focus è dedicato allo strige, uccello notturno di cattivo auspicio, una delle più celebri sculture che orna la galleria delle chimere della torre est. Senza dimenticare la guglia, anch’essa opera di Viollet-Le Duc, e andata distrutta nell’incendio del 2019.

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