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Non chiamatele rovine

Federico Castelli Gattinara

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Le opere di 17 artisti contemporanei sparse tra le antichità del Colle Palatino

All’interno del progetto «Patrimonio storico e creazione contemporanea», con cui tanti luoghi della Roma antica ma non solo verranno coinvolti da musica, teatro e arti visive, sino al 18 settembre il Palatino ospita «Par tibi, Roma, nihil», collettiva ideata da Monique Veaute, presidente di Romaeuropa, e curata da Raffaella Frascarelli. La prova, come già nel 2013 con i «Post Classici» curati da Vincenzo Trione, è pericolosa, la grandiosità delle strutture antiche è difficile da sfidare. La Frascarelli però può riuscirci, essendo al contempo archeologa e presidente della Nomas Foundation, che raccoglie e promuove l’arte contemporanea e per l’occasione presta le opere. In mostra arrivano 27 artisti sparsi in più punti del primo colle di Roma, tra il grande terrazzo della domus Severiana, lo stadio palatino, la domus di Augusto e la Meta Sudans. Tra gli altri, Jannis Kounellis, Daniel Buren, Kapwani Kiwanga, Nico Vascellari, Sislej Xhafa e Marinella Senatore.

Gli artisti rivitalizzeranno così aree solitamente chiuse al pubblico per la cronica mancanza di personale, facendo «suonare» questi luoghi, per dirla con Alessandro Baricco, che proprio nello stadio palatino porterà il suo eroe della guerra di Troia, quel «Palamede» sconosciuto perché cancellato da Omero (dal 4 al 9 luglio). Tre opere sono state concepite appositamente. Una grande installazione di Daniel Buren con bandiere sulle arcate severiane è ben visibile anche da lontano, a costituire un richiamo per tutti, turisti e cittadini spesso ignari di queste meraviglie antiche. Sislej Xhafa ha realizzato invece una fontana alta trenta metri costituita  di mani di resina accanto alla fontana d’età flavia della Meta Sudans. Kader Attia è infine l’autore di una testa installata su una scultura acefala al peristilio inferiore della domus di Augusto. E ancora, ad animare la scena, sono programmate performance di altri artisti, tra cui Sissi ed Emiliano Maggi. In chiusura, un incontro tra «contemporaneisti», archeologi e storici del mondo antico sui temi del dialogo tra contemporaneità e patrimonio. Il catalogo è pubblicato da Electa.

Federico Castelli Gattinara, 03 luglio 2016 | © Riproduzione riservata

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