Nolde, il degenerato amato da Goebbels

L’Hamburger Bahnhof ne ospita una retrospettiva, frutto di un lungo lavoro di ricerca

Emil Nolde, «La peccatrice», 1926, olio su tela, 86×106 cm, Staatliche Museen zu Berlin, Nationalgalerie. © Nolde Stiftung Seebüll, Foto: Staatliche Museen zu Berlin, Nationalgalerie / Jörg P. Anders
Francesca Petretto |  | Berlino

L’Hamburger Bahnhof ospita dal 12 aprile al 15 settembre la retrospettiva «Eine deutsche Legende. Emil Nolde im Nationalsozialismus». Frutto di un lungo lavoro di ricerca, reso possibile dall’apertura integrale del lascito documentale dell’artista custodito a Seebüll, la mostra scrive un nuovo capitolo della storia di una delle figure più controverse dell’arte tedesca del XX secolo. Nolde stesso espresse nel suo testamento la volontà che tutti i suoi scritti venissero resi pubblici post mortem.

In effetti, note le simpatie politiche, la questione artista-committenza pubblica non può essere separata dal tema Nolde-Nazionalsocialismo, e non solo per quanto riguarda gli anni della dittatura nazista, ma anche per quelli successivi al 1945. Con oltre 100 dipinti originali, molti dei quali mai mostrati prima, vengono rilette le complesse relazioni fra opere e autopromozione dell’artista, fra la
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