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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliAlle Tremiti non si trivella più e gridano al successo il governatore della Puglia Michele Emiliano e le associazioni ambientaliste che si erano battute contro quello che giudicano uno «scempio» delle bellezze del territorio.
La società anglosassone di diritto irlandese Petroceltic ha comunicato al Ministero dello Sviluppo economico, da cui aveva ottenuto il permesso nello scorso dicembre, che rinuncia alle trivellazioni al largo dell’isola necessarie alle attività di ricerca di idrocarburi nel sottosuolo.
La concessione sarebbe durata 9 anni e le ricerche preventive erano stimate intorno ai due milioni di euro, troppi per la piccola società petrolifera (che pare anche in difficoltà economica: 77 milioni di sterline di utile nel 2013, 3,2 milioni lo scorso anno). Così ha gettato la spugna assegnando la responsabilità, oltre che alla situazione economica attuale, anche allo Stato italiano che, a dire della Petroceltic, non avrebbe lavorato per favorire un ambiente favorevole agli investimenti. Chiaro il riferimento alle polemiche degli ambientalisti.
Il ministro Federica Guidi, però, ribatte: «Spero adesso che, grazie anche a questa scelta, venga messa una volta per tutte la parola fine alle strumentalizzazioni sul tema delle attività di ricerca in mare che erano infondate già prima e che lo sono, a maggior ragione, dopo la decisione della Petroceltic».
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