Nippofobia

Isamu Noguchi tra i deportati di guerra in Arizona

Victoria Stapley-Brown |  | New York

Nell’inverno del 1942, l’artista e designer Isamu Noguchi (Los Angeles, 1904-New York, 1988) viveva nella guesthouse di Ginger Rogers a Hollywood, mentre lavorava su un busto di marmo dell’attrice che è ora nella collezione della National Portrait Gallery di Washington. Ma quando il governo statunitense iniziò a internare i nippoamericani dopo l’attacco di Pearl Harbour, Noguchi dovette abbandonare questa vita agiata. In quanto residente a New York, l’artista, nato da madre bianca americana e da padre giapponese e cresciuto tra i due Paesi, non fu obbligato a «traslocare». Ma scelse volontariamente di entrare nel campo di detenzione di Poston in Arizona, sperando di migliorarne le condizioni di vita costruendo strutture come piscine e occupandosi della progettazione di giardini. «Cercò di usare la sua autorità morale perché a quell’epoca era un personaggio noto», spiega Dakin Hart,
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