«Il viaggio è cominciato qualche anno fa, quando un’antica famiglia romana ci ha chiesto di far visita a uno splendido triplice ritratto marmoreo della loro collezione». Così i due curatori, Maria Giulia Barberini e Cristiano Giometti, introducono il volume Tre cardinali e un monumento (edito da Campisano) dedicato a un’opera finora praticamente sconosciuta ma di qualità sorprendente.

Si tratta del ritratto a mezzo busto di tre porporati di famiglia commissionato dalla colta nobildonna Felice Zacchia Rondanini e scolpiti in un unico blocco di marmo di Carrara lungo 210 centimetri dallo scultore carrarese Domenico Guidi, pupillo di Alessandro Algardi. Lo studio individua innanzi tutto i personaggi e l’autore del pezzo. Quindi ricostruisce il climax artistico e religioso della Roma di Urbano VIII Barberini, tra fasti barocchi e correnti mistiche che si intrecciano con le figure sia della committente, nipote, figlia e madre dei tre cardinali, sia di suor Francesca Farnese, legata alla chiesa dell’Immacolata Concezione ai Monti, demolita nel 1873, dove l’opera era destinata.

Si parla di nobili romane, delle vicissitudini del triplice ritratto fino ai tempi recenti, del restauro del marmo eseguito da Luciana Festa e Flavia Vischetti dell’Iscr in loco, nel palazzo della famiglia Massimo Lancellotti che ne è proprietaria (il monumento pesa circa otto quintali).