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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliSi è soliti far nascere la Street photography a Parigi, alla fine dell’Ottocento, individuandone il padre in Eugène Atget, il Balzac della fotografia, seguito nel Novecento da Henri Cartier-Bresson, Elliott Erwitt, Robert Frank e i molti altri che ne fissarono i canoni e ne assicurarono la fortuna.
Fino al 3 aprile il Museo di Roma in Trastevere presenta «Via! Fotografia di strada da Amburgo a Palermo», un interessante progetto del Goethe-Institut iniziato nel 2014.
Dieci fotografi, cinque in Germania e cinque in Italia, nell’arco di un anno hanno fotografato le proprie città secondo i canoni di questo genere che consapevolmente rinuncia a influenzare attivamente lo scatto fotografico a favore della spontaneità e dell’attimo fuggente.
Sono esposte immagini piene di humour, scurrili, toccanti, enigmatiche o disorientanti, che ci raccontano di Amburgo, Berlino, Augusta, Treviso, Bologna, Napoli, Palermo e altre città tedesche e italiane, delle loro caratteristiche e diversità geografiche, sociali e culturali.
La squadra di fotografi è composta da Fabian Schreyer (il curatore), Siegfried Hansen, Guido Steenkamp, Marga van den Meydenberg e Michael May per la Germania, da Umberto Verdoliva, Mary Cimetta, Stefano Mirabella, Michele Liberti e Giorgio Scalici per l’Italia.
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