Nella mente del genio

Le rielaborazioni digitali della Vergine delle rocce di Leonardo svelano i pentimenti dell'artista

Un particolare di una rielaborazione digitale della «Vergine delle rocce» di Leonardo con (in bianco) i profili delle figure sottostanti l'attuale dipinto
Giovanni Pellinghelli del Monticello |  | Londra

Leonardo lavorò alla «Vergine delle rocce» in più riprese: fra il 1491-92 e il 1499 e dal 1506 al 1508, creandone varie versioni. Già nel 2004 uno studio digitale permise alla National Gallery di scoprire la versione primaria dell’opera in cui Leonardo modificava la posa della Vergine ma, confrontata con i semplici accenni delle altre figure, la si ritenne un semplice pentimento.

Viceversa, lo scorso agosto, utilizzando le più avanzate tecniche di imaging, si sono raggiunte nuove evidenze sulla prima e sulla seconda versione compositiva presenti sotto la versione finale del dipinto, in particolare i disegni iniziali di Leonardo per l’Angelo e il Cristo bambino, con significative differenze rispetto al dipinto finito.

Nella prima versione abbandonata entrambe le figure sono posizionate più in alto, mentre l’Angelo, rivolto verso l’esterno, guarda in basso verso Gesù Bambino in un abbraccio
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