Nella Galleria Bper Banca solo dipinti emiliani

Una ventina di opere propongono un excursus nella pittura della regione lungo i secoli

«San Girolamo» di Annibale Carracci (particolare)
Stefano Luppi |  | Modena

A sei anni dall’apertura, in spazi forse oggi sottodimensionati vista l’importanza della collezione corporate di Bper Banca e di altri gruppi via via acquisiti in Italia, La Galleria Bper Banca torna sul tema trattato agli inizi, ossia l’approfondimento dedicato alla pittura emiliana dal XIV al XVIII secolo, con opere scelte tra le centinaia presenti nella raccolta bancaria. Fino al 2 luglio è visibile «Nelle stanze dell’arte. Dipinti svelati di antichi maestri», nella quale la curatrice Lucia Peruzzi ha radunato una ventina di pezzi che propongono alcuni nuclei relativi alla storia dell’arte emiliana lungo i secoli.

Il percorso inizia con lavori di carattere devozionale, a partire dalla rara tempera «Madonna dell’Umiltà» del bolognese Lippo di Dalmasio (1353 ca-1410), seguita da una «Madonna col Bambino» di Francesco Zaganelli (1484-1532) e da un olio di analogo soggetto di Innocenzo da Imola (1490 ca-1545), di chiaro modello raffaellesco. Il percorso corre via via lungo i decenni proponendo a seguire lavori di Bartolomeo Ramenghi (Bagnacavallo, 1484-1542), Orazio Samacchini (1523-77), qui con una «Sacra Famiglia» dal ricercatissimo impianto compositivo, il parmense Alessandro Mazzola (1547-1612).

Un «San Girolamo» di Annibale Carracci (1560-1609) introduce il passaggio tra XVI e XVII secolo in Emilia in una sezione che raccoglie anche Ludovico Carracci (1555-1619), Carlo Bononi (1569-1632), Giacomo Cavedoni (1577-1660), Alessandro Tiarini (1577-1668) e Giovan Gioseffo Dal Sole (1654-1719). Quest’ultimo introduce al secondo Seicento e al passaggio di secolo della parte finale della mostra che raccoglie lavori di Giuseppe Maria Crespi (1665-1747), Marcantonio Franceschini (1648-1729), il bolognese Sansone (1699-1771), fino ai modenesi Francesco Vellani (1688-1768) e Giacomo Zoboli (1681-1767).

A completare questo excursus nella pittura emiliana due dipinti «forestieri» di recente entrati nella raccolta Bper: «Cristo e l’adultera» del romano Ottavio Leoni (1578-1630), «ritrattista della Roma caravaggesca», secondo la definizione di Roberto Longhi, e «La continenza di Scipione» del napoletano Francesco Solimena (1657-1747), tra i protagonisti di spicco del Tardo Barocco.

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