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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliIl cosiddetto «cucinone» di Ferdinando I, al piano nobile di Palazzo Pitti, è ora visibile, con accompagnamento, in giorni e orari prestabiliti al pubblico. Un ambiente di notevole fascino in cui si sono sedimentate testimonianze storico-artistiche dell’età medicea, di quella lorenese e dei Savoia. Il restauro filologico che ha riportato il locale alla dignità di un luogo di lavoro, in cui l’eleganza delle architetture e dei cromatismi ben si sposa con l’equilibrato decoro dell’ambiente, è stato reso possibile dalla collaborazione tra Direzioni della Galleria Palatina e dell’Ufficio Tecnico della ex Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, per una spesa totale di circa 100mila euro. Un’iniziativa che si ricollega peraltro al tema dell’Expo di Milano, dedicata al cibo. Il progetto museografico e allestitivo spetta al direttore della Palatina, Matteo Ceriana, insieme a Maurizio Catolfi. Palazzo Pitti, acquistato nel 1549 da Cosimo I de’ Medici ed Eleonora di Toledo, fu dotato di nuove cucine tra il 1588 e il 1599, in tempo per accogliere i festeggiamenti per le nozze di Maria de’ Medici con Enrico IV di Francia. L’elemento di maggior spicco emerso riguarda il camino sulla parete meridionale, il primo e il maggiore dei tre esistenti, la cui grande cappa, completamente dipinta di un rosso cupo, si stagliava così sulle pareti più chiare della cucina. Si pensa infatti che la sua struttura sia frutto dell’ingegno del «vecchio» Bernardo Buontalenti. In occasione del recupero è stato pubblicato da Sillabe un «Quaderno» curato da Ceriana e Catolfi.
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