Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliPalazzo Pepoli Vecchio, tra gli edifici più antichi della città (fu progettato da Romeo Pepoli e dal figlio Taddeo a partire dal 1276), passa per dodici anni in concessione al Comune di Bologna, pur restando proprietà di Fondazione Carisbo che l’ha acquisito nel 2003. L’accordo, che non prevede costi d’affitto anche se l’ente locale si accollerà le utenze, si è perfezionato perché qui, ha annunciato il sindaco di Bologna Matteo Lepore il 5 marzo, troverà sede entro il 2026 il nuovo Museo internazionale Giorgio Morandi, con l’esposizione del nucleo di 120 opere dell’artista oggi al MAMbo e prima ancora, dal momento della donazione nel 1992 della sorella Maria Morandi, concentrate a Palazzo d’Accursio.
Ancora nessuna informazione relativa al progetto museografico e museologico del futuro museo morandiano; nel 2020 il Comune aveva acquisito allo scopo la Palazzina Magnani, progetto ora accantonato a favore di Palazzo Pepoli Vecchio. Inoltre pende ancora in tribunale una vertenza del Comitato per il ripristino del Museo Morandi a Palazzo d’Accursio contrario ad ambedue i trasferimenti citati, mentre quel che è certo è il disallestimento prossimo del Museo della Storia di Bologna a Palazzo Pepoli Vecchio. La struttura, parte del circuito museale Genus Bononiae, voluta dall’ex rettore ed ex presidente di Fondazione Carisbo Fabio Roversi Monaco inaugurò il 27 gennaio 2012 nei 6.200 metri quadrati (di cui 3mila espositivi collocati in 34 sezioni tematico-cronologiche) del palazzo che era appena stato restaurato su progetto di Mario Bellini: vi è narrata la storia bolognese dalla Felsina etrusca al nuovo millennio attraverso numerosi apparati multimediali e opere d’arte tra cui dipinti di Vitale da Bologna, Guercino, Giacomo Balla, Morandi.
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