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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliA dodici mesi dal riallestimento delle sale dedicate ai secoli XV e XVI, quelle che comprendono anche una delle «star» del museo, l’«Estasi di santa Cecilia» di Raffaello Sanzio (1483-1520), la Pinacoteca Nazionale di Bologna affronta anche il restyling degli spazi di Seicento e Settecento, attraverso un nuovo percorso e un’immagine rinnovate.
Le sale storiche della Pinacoteca, allestita da Leone Pancaldi (1915-95) nel suo lavoro sull’intero museo datato al ventennio 1954-73, dal 30 marzo si presentano dunque «aggiornate» attraverso il nuovo look curato dall’architetto del museo statale autonomo Silvia Gaiba (grafica e immagine coordinata della Pinacoteca di Studio Eremo) che ha sviluppato un progetto in continuità con quello realizzato dallo Studio Bettini Architetti in occasione del riallestimento della sezione rinascimentale avvenuta nel 2023.
«Questo nuovo racconto degli spazi dell’ala del Seicento e Settecento del museo, riassume la direttrice Maria Luisa Pacelli, a cui hanno lavorato oltre all’architetto Gaiba Mirella Cavalli e la sottoscritta con la collaborazione di Carmen Santi e Federica Chiura, è stato progettato per venire incontro a esigenze di chiarezza nella comunicazione dei contenuti culturali, senza dimenticare una migliore contestualizzazione delle opere esposte. Intendiamo anche offrire una lettura il più possibile lineare ed eloquente dello sviluppo della grande pittura bolognese del Seicento e del Settecento».
Il percorso, che al contempo ha visto un monitoraggio e una manutenzione conservativa delle opere coinvolte effettuati da Elisabetta Polidori e Gisella Pollastro, è ora suddiviso in nove sezioni che seguono sia l’ordine cronologico sia quello tematico con focus dedicati alla pala d’altare, al ritratto, al paesaggio.
Tra gli artisti esposti alcuni dei campioni dell’intera storia dell’arte bolognese ed emiliana del periodo, a partire da Ludovico e Annibale Carracci, Francesco Albani, Guido Reni, il Domenichino, proseguendo con Artemisia Gentileschi ed Elisabetta Sirani fino a giungere alle nuove generazioni di artisti che si spingono oltre la seconda metà del secolo.
A Guercino, dopo la mostra «Guercino nello studio», è dedicata interamente la sala centrale del museo mentre per il XVIII secolo un’ampia area è stata riservata a Giuseppe Maria Crespi, alla famiglia Gandolfi e a Donato Creti, fino alla conclusione del percorso dedicata a «l’imperturbabile quiete dei paesaggi d’Arcadia». Altre opere, collocate nella storica sala Cesare Gnudi, sono infine di Domenichino, Lionello Spada, Francesco Albani.

La sala del Guercino nel nuovo allestimento della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Foto Roberto Serra-Iguana Press
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