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Muralisti in fuga

Stefano Luppi

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La storia della cosiddetta «exposición pendiente», traducibile come «mostra sospesa», è nota anche se le opere dei muralisti José Clemente Orozco (1883-1949), Diego Rivera (1886-1957) e David Alfaro Siqueiros (1896-1974) che ne furono protagonisti non sono quasi mai più state esposte secondo l’impianto che si diede a quell’esposizione allestita a Santiago del Cile il 13 settembre 1973. Ma due giorni prima nel Paese sudamericano avvenne un golpe, con le forze armate cilene che rovesciarono il presidente eletto Salvador Allende, il quale morì durante la battaglia, a favore del dittatore Augusto Pinochet.

La rassegna prevista al Museo de Bellas Artes di Santiago non si fece e i lavori tornarono nei musei messicani da cui provenivano su un aereo in cui viaggiavano anche i famigliari sopravvissuti di Allende. Si tratta di dipinti, dunque, dall’alto valore simbolico.

Sono ora visibili dal 19 ottobre al 18 febbraio a Palazzo Fava - Palazzo delle Esposizioni di Genus Bononiae nella rassegna «México “La mostra sospesa”- Orozco Rivera e Siqueiros», a cura di Carlos Palacios. Nello spazio espositivo della Fondazione Carisbo si possono vedere 68 tra dipinti a olio e disegni dei tre artisti sudamericani, insieme ad alcuni schermi che illustrano i murales degli stessi autori, ovviamente inamovibili. Un’arte politicizzata che raccontava le civiltà precolombiane, la conquista coloniale spagnola e la Rivoluzione messicana agli inizi del XX secolo.

Stefano Luppi, 09 ottobre 2017 | © Riproduzione riservata

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Muralisti in fuga | Stefano Luppi

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