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Il percorso nella galleria piacentina è un tuffo nella storia, nella mitologia e nei racconti popolari indagati da tre artiste
- Matteo Mottin
- 21 settembre 2023
- 00’minuti di lettura


«U Scantu: A Disorderly Tale, Braid #10» (2023) di Elisa Giardina Papa. Foto Nicolò Gemin
Mostra al femminile da UNA
Il percorso nella galleria piacentina è un tuffo nella storia, nella mitologia e nei racconti popolari indagati da tre artiste
- Matteo Mottin
- 21 settembre 2023
- 00’minuti di lettura
Matteo Mottin
Leggi i suoi articoliUn racconto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa narra l’incontro tra un giovane studente di greco e una sirena in un raffinato intreccio tra realtà e finzione, tempo presente e tempo mitico, razionalità e passione.
Gli stessi temi affiorano tra le opere di Elisa Giardina Papa (1979, Sant'Ignazio, Messina, vive e lavora a New York), Carla Grunauer (1982 Tucumán, Argentina) e Andreia Santana (1991, Lisbona, vive e lavora a New York) nella collettiva «Lighea», negli spazi della galleria UNA di Piacenza, (il testo critico d’accompagnamento e di Marta Papini), visitabile dal 23 settembre al 10 febbraio 2024.
Le tre artiste, pur impiegando linguaggi diversi, sono accomunate dalla volontà di esplorare le rispettive culture d’origine in maniera intima e viscerale. Nella sua ricerca, Andreia Santana si ispira a quei reperti archeologici che sono stati marginalizzati dalla storia ufficiale, riflettendo sui meccanismi sociali, economici e culturali che legittimano e determinano ciò che dovrebbe essere ricordato e tramandato.
Le sue sculture in vetro estendono questo interesse alle regole che, nel tempo, hanno definito il concetto di genere, creando connessioni tra corpo umano, mondo animale e ambienti acquatici. Carla Grunauer, combinando tecniche tradizionali a materiali industriali, dipinge ecosistemi in cui esseri mitologici, metà umani e metà animali, riaffiorano nel presente per compiere antichi rituali, assumendo forme che ricordano le sperimentazioni del periodo Moderno.
Infine, attingendo a ricordi personali e a una tradizione scritta e orale tramandata nei secoli, Elisa Giardina Papa ridà vita al mito siciliano delle «donne di fora» (donne di fuori), conosciute anche come «inciarmatrici»(curatrici della paura), attraverso una serie di sculture in ceramica a forma di lunghe trecce.

«U Scantu: A Disorderly Tale, Braid #10» (2023) di Elisa Giardina Papa. Foto Nicolò Gemin