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Milano tutta a led

Michele Roda

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In principio fu Milano. Che (forte dell’equazione led=risparmio energetico) nel settembre 2014 ha lanciato la campagna di rottamazione delle «vecchie» lampadine dell’illuminazione pubblica: 140mila pezzi (che significa 1 punto luce ogni 9,5 abitanti del capoluogo lombardo, ognuno con potenza di 150W) sostituiti con tecnologia led (potenza dimezzata ma stessa efficienza, e quindi stesso livello di illuminazione garantito).


Il piano oggi è sostanzialmente completato, la contabilità dice oltre il 99%. Mancano pochissime lampadine (il programma originario prevedeva il completamento durante i mesi di Expo) ma già oggi Milano può essere considerata la prima grande città italiana interamente illuminata a led. Con grande soddisfazione di A2A, la multiservizi bresciano-milanese che ha finanziato l’operazione con quasi 40 milioni di euro e che (grazie all’accordo con il Comune) gode di un risparmio energetico del 51%.


Oltre che di minori costi (stimati nel 38% su una spesa annua di circa 40 milioni di euro) sia in termini di consumi sia grazie alla drastica riduzione delle manutenzioni. Un passaggio (quello dalla luce gialla alla luce bianca) tutto sommato gradito dai milanesi. Le limitate polemiche interne si sono concentrate sulla scarsa illuminazione di alcune periferie. Aspetto su cui in verità poco hanno contribuito i led, sostituiti in maniera automatica e senza una vera riprogettazione illuminotecnica.


Più animato invece il dibattito tra il Comune e alcune comunità scientifiche che hanno verificato come la Milano a led produca in realtà un maggiore inquinamento luminoso. Colpa della temperatura della luce prodotta, troppo elevata. In questo senso gli studi più approfonditi sono probabilmente arrivati quando la macchina della sostituzione era già in fase troppo avanzata per essere fermata. Lungo un percorso che peraltro prosegue, ampliando il proprio campo d’azione rispetto a strade e piazze.


Dallo scorso autunno infatti anche una delle facciate storiche più importanti della città, quella dell’Università Cattolica di largo Gemelli, ristrutturata negli anni ’30 da Giovanni Muzio, è illuminata con led a luce bianca. L’accordo tra A2A e lo stesso ateneo ha portato alla sostituzione dei 20 corpi illuminanti a ioduri metallici. E così il led è arrivato a sfiorare anche la vicinissima Basilica di Sant’Ambrogio.

Michele Roda, 11 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

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