Torino. Le creature del mondo animale compaiono sovente nell’universo pittorico e poetico di Salvatore Zito. Grandi mammiferi, rinoceronti, leoni, alci, cervi, tigri, leopardi; ma anche timidi leprotti in fuga nella neve o squamosi serpenti. Riuniti nella mostra «Mirabili animali», essi hanno popolato gli spazi del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino nell’estate del 2013.
Ha fatto seguito, a distanza di un biennio, «Ornitologia d’artista», dove a farsi uccelliera di specie volatili è stato il nuovo atelier di Zito, in via Po 14. Chi conosce l’artista sa che la sua pittura si caratterizza per un’adesione al vero di tipo fiammingo, declinata sia in piccole, sia in grandi dimensioni. In più, nel gioco con il reale intervengono elementi realizzati tridimensionalmente, quali i tre corni dorati che accompagnano il trittico «Rhinoceros» oppure i cubi appesi a un filo e oscillanti, che divengono uccelli in volo entro pezzetti di cielo.

È ora la volta degli abitanti dei mari. All’interno di bottiglie e contenitori di varia foggia in vetro bianco trovati nei mercatini, ippocampi, seppie, gamberi, pesciolini azzurri, dipinti su un sottile supporto di legno e scontornati, pendono all’amo di un filo da pesca. Un tappo di sughero, sigillato con ceralacca, preserva questi messaggi figurati per chi in futuro avrà la ventura di raccoglierli. Sul lato opposto di queste creature marine, Zito svolge dei racconti. Brani che paiono frammenti di vecchie illustrazioni di libri d’avventure marine per ragazzi. Un veliero sta naufragando, una bussola lentamente scende verso il fondo sabbioso, due piccoli aquiloni si sono allontanati dalla costa, la pinna nera di un cetaceo appare fra le onde, un metronomo è in fiamme. Certo quest’ultimo parrebbe uno strumento poco congruo, ma per imparare a dipingere la musica del mare e delle sue maree potrebbe essere necessario.

«Messaggi in bottiglia» sarà visibile nello studio dell’artista a partire dal 21 gennaio.