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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliIl Museo dei Fori Imperiali ai Mercati di Traiano si amplia con ambienti davvero suggestivi e pezzi che riemergono dai depositi
Dopo un restauro non facile né breve, la cisterna seicentesca accessibile dalla Grande Aula apre al pubblico con un’esposizione di 128 anfore da trasporto romane. La cisterna apparteneva al Convento di Santa Caterina da Siena, ritagliata in un’aula medievale addossata alle strutture romane, con due pozzi, uno centrale per attingere l’acqua dall’alto e uno angolare di raccolta dell’acqua piovana.
Le anfore, scelte e restaurate tra le oltre 300 che erano lì in deposito, sono una vera e propria collezione, con forme diverse, la presenza di bolli, graffiti e iscrizioni dipinte, alcune affiancate dalle tavole disegnate da Heinrich Dressel, l’epigrafista tedesco che per primo, a fine Ottocento, le rinvenne a Castro Pretorio e le studiò.
Lungo le pareti, oltre al nucleo Dressel, decine di esemplari divisi per produzione (italiana, iberica, nordafricana e mediorientale), uno spaccato dei commerci nel mondo romano dalla Repubblica a oltre la fine dell’Impero. Nel Grande Emiciclo, la parte inferiore dei Mercati interessata da importanti lavori di consolidamento e restauro a partire dal 2010, sono state aperte le due aule semicircolari di testata, alte due piani e coperte da semicupole.
Sono state allestite con la formula del «deposito visitabile» ed espongono 40 dei più importanti frammenti marmorei ancora nei depositi. Si tratta di raffinati pezzi di decorazione architettonica e scultorea del Foro di Traiano, capitelli, cornici, fregi con Vittorie, Amorini, grifoni, sfingi, statue di Daci in marmo bianco e colorato, busti inseriti in grandi scudi, tutti ripuliti e in attesa di una musealizzazione definitiva nella futura sezione dedicata a questo Foro.
Infine, nella sala del Colosso al primo piano, un nuovo video offre la ricostruzione della gigantesca statua di Augusto dai pochi ma suggestivi frammenti rimasti, a cui si è aggiunto anche l’occhio destro, e altre ricomposizioni virtuali.
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