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Al Museo Civico Archeologico del capoluogo lombardo reperti ritrovati di recente attestano il ruolo dell’acqua sin dal sorgere del primo abitato e della costruzione della prima cinta muraria
- Ada Masoero
- 16 agosto 2023
- 00’minuti di lettura
Particolare di una coppa in argento con scena di pesca, da Lovere (Bg), (fine II-inizi III secolo d.C.)
Mediolanum da bere
Al Museo Civico Archeologico del capoluogo lombardo reperti ritrovati di recente attestano il ruolo dell’acqua sin dal sorgere del primo abitato e della costruzione della prima cinta muraria
- Ada Masoero
- 16 agosto 2023
- 00’minuti di lettura
È stata l’abbondanza d’acqua a propiziare la nascita e lo sviluppo di Mediolanum sin dalle sue origini nel V secolo a.C.: grazie all’acqua in città fiorirono attività artigianali e grazie alle vie d’acqua giungevano i materiali da costruzione per i suoi monumenti e i beni di lusso. Mediolanum non dovette mai costruire acquedotti, ma imparare a utilizzare al meglio l’acqua di falda (ogni casa aveva il suo pozzo) e quella superficiale, canalizzandola ma anche bonificando le zone umide e consolidandole perché potessero reggere edifici grandiosi.
A questo tema è dedicata la mostra «Le vie dell’acqua a Mediolanum» (al Museo Civico Archeologico fino al 31 marzo), alla cui realizzazione hanno concorso il Museo stesso, la Soprintendenza milanese e l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Divisa in sette sezioni, cronologiche e tematiche, con un’attenzione speciale all’età romana fino alla tarda età imperiale (quando l’imperatore Massimiano, alla fine del III secolo d.C., ne fece la sua capitale), la mostra presenta reperti ritrovati di recente, che attestano il ruolo dell’acqua sin dal sorgere del primo abitato e della successiva costruzione della prima cinta muraria. Molti reperti inediti documentano le attività produttive rese possibili dall’acqua ma anche la quotidianità dei Mediolanenses, come il frammento di pompa idraulica di età romana o i reperti, trovati negli scavi per un parcheggio sotterraneo in pieno centro, che rivelano la presenza di un distretto conciario.
Fu Massimiano a volere le Terme Erculee, un complesso grandioso ricco di statue e ricoperto di marmi policromi, ampiamente illustrato in mostra. Da ultimo, il tema è sviluppato attraverso mappe, disegni, dipinti, fotografie, sino a tempi recenti, registrando la progressiva trasformazione della rete idrografica milanese, fino alla chiusura dei Navigli. Che continuano a scorrere nel sottosuolo, rendendo fertile la campagna a sud di Milano.
Particolare di una coppa in argento con scena di pesca, da Lovere (Bg), (fine II-inizi III secolo d.C.)