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Marras opera omnia

Ilaria Bernardi

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Stilista, artista, curatore, allestitore di genio: il poliedrico mondo di Antonio Marras in uno spettacolare percorso al Triennale Design Museum

Eclettismo è il termine che connota maggiormente l’indole di Antonio Marras (Alghero, 1961), uno stilista che, nonostante si sia ampiamente affermato nel mondo della moda internazionale, ha sempre avuto una parallela passione per l’arte visiva. A dimostrarlo è la sua biografia. Nel 2003 inizia ad Alghero il progetto «Trama doppia»: una serie di mostre con cadenza annuale che lo vedono confrontarsi ogni volta con un artista diverso,  tra cui Maria Lai e Carol Rama.

Nel 2006 è il primo fashion designer a vedere una sua mostra ospitata nella Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’arte contemporanea di Torino. Tre anni dopo partecipa alla Biennale di Venezia con un’installazione nel Padiglione Italia dal titolo «Archivio provvisorio», mentre nel 2012 cura l’allestimento al Mart di Rovereto della mostra di Lea Vergine «Un altro tempo». In linea con questa intensa attività artistica si pone l’esposizione antologica «Antonio Marras: Nulla dies sine linea. Vita, diari e appunti di un uomo irrequieto», allestita nel Triennale Design Museum di Milano dal 22 ottobre al 21 gennaio 2017 e curata da Francesca Alfano Miglietti.

Capace di intrecciare curiosità intellettuale e potenza creativa, Marras non poteva non sentire un’esigenza continua, costante, quasi ossessiva di tratteggiare, abbozzare, disegnare, progettare, mettere nero su bianco le sue numerose idee. Da qui il titolo della mostra, che fa riferimento alla nota frase con cui Plinio il Vecchio parlava del pittore Apelle, il quale «non lasciava passar giorno senza tratteggiare col pennello qualche linea». Il mondo suggestivo e provocatorio di Antonio Marras al Triennale Design Museum si manifesta in una serie di installazioni edite e inedite, costituite da finestre, porte, pertugi, oggetti di varia natura e abitate da vestiti inaspettatamente non disegnati da lui.

Ma la mostra consta anche di 500 disegni e dipinti realizzati nel corso degli anni e rielaborati per l’occasione: montati su vecchie cornici, appaiono ora intessuti con stoffe diverse e sono appesi lungo le pareti della Curva della Triennale. Sono inoltre esposti disegni, album, schizzi, mappe e frammenti realizzati da Marras durante i suoi viaggi e vengono messi in luce i suoi importanti rapporti con Maria Lai e Carol Rama, due figure con le quali ha realizzato due edizione del già citato progetto «Trama Doppia».

Il catalogo edito da Skira fornisce infine l’apparato necessario per approfondire il percorso di vita e di arte di questo uomo irrequieto, sempre in bilico tra discipline diverse. La mostra, piuttosto che la somma di un gruppo di opere, si presenta così come un’opera in sé conclusa, multiforme, ampia più di 1.200 metri quadrati e capace di rivelare il mondo suggestivo e provocatorio dell’autore in un’esperienza unica, totalizzante, emozionale.

Ilaria Bernardi, 15 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

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