Seconda tappa della fortunata mostra già alla National Gallery di Londra, questa «Mantegna und Bellini. Meister der Renaissance», dall’1 marzo al 30 giugno alla Gemäldegalerie, è l’ideale prosecuzione di un percorso iniziato l’anno passato al Kulturforum con l’esposizione sulle opere berlinesi di Giovanni Bellini ed entourage, restaurate in preparazione a quest’appuntamento.
La curatela ha visto Caroline Campbell di National Gallery e Sarah Vowles di British Museum al fianco dei tedeschi Dagmar Korbacher, del Kupferstichkabinett, e Neville Rowley, esperto di primo Rinascimento italiano, di Gemäldegalerie und Skulpturensammlung-Staatliche Museen zu Berlin.
La mostra è il racconto di due vite e di due carriere intimamente intrecciate, di un rapporto che travalica la sfera squisitamente artistica: protagonisti sono i due maestri veneti Andrea Mantegna e Giovanni Bellini, rivali nel lavoro, parenti (cognati) nella quotidianità, messi a confronto con l’ausilio di 100 celebri opere, non solo di proprietà delle due collezioni di casa.
Da un lato abbiamo Mantegna, rigoroso umanista del Rinascimento italiano, dall’altro Bellini, poetico interprete delle emozioni umane: in questa complementarietà sta il successo del paragone.
Articoli precedenti
Accordo storico tra Ministero, Stati federali e autorità locali: i beni saccheggiati dai nazisti potranno essere pretesi senza prescrizione di tempo e anche senza il consenso dei musei
Oltre 450 pezzi raccontano in tre musei la verità sui rapporti tra la più importante scuola d’avanguardia del XX secolo e il nazismo
Nella Berlinische Galerie l’artista franco-algerino diffonde «un desiderio di pacifismo e di consapevolezza democratica per evitare che i nostri governanti ci trascinino in un’altra guerra
Un’artista di punta della Performance art trasforma l’Historische Halle dell’Hamburger Bahnhof in un paesaggio vivente